GP Austria: ultimi giri da cardiopalma per le gomme andate

Più che la pioggia han potuto le gomme. Degradate negli ultimi giri, rendendo le macchine scivolose, è stato un gioco di equilibrio finire la gara e non fare danni. Ci sono riusciti i primi quattro davanti, con Bottas alla seconda vittoria stagionale con la Mercedes e con un incredibile Vettel secondo ad appena sei decimi, una volata che negli ultimi tre giri ha risvegliato l’attenzione di una gara scialba, anonima e noiosa in cui si guardava più il cronometro che le immagini in TV e se si parla di ultimi giri da cardiopalma non si può evitare di esaltare anche il terzo posto di Ricciardo, quinto podio di fila, capace di tenere a bada Hamilton per un soffio.

 

Con questo risultato il mondiale vira a favore della Ferrari perché Vettel pur non avendo vinto ha portato a 20 i punti di vantaggio su Hamilton autore di una prestazione inferiore alle attese. Se ci limitiamo alle note di cronaca, dopo il via con Bottas al comando e il botto alla prima curva in cui Kvyat ha centrato Alonso e coinvolto Verstappen mettendoli KO, il resto è stata una processione infinita ma che ci fosse qualcosa di sbagliato lo si è visto subito quando Hamilton ha fatto il suo pit stop al 32.giro. E qui si è capito che la strategia Mercedes dell’inglese era fallita. Infatti Lewis aveva montato le gomme dure e avrebbe dovuto proseguire qualche giro in più, almeno fino al 40 come da programma invece c’è stato il crollo delle prestazioni e la strategia delle prove è andata a farsi friggere.

 

A questo punto, dopo aver chiarito che Bottas era partito in maniera perfetta beffando tutti (Vettel via radio aveva chiesto di verificare la partenza anticipata del finlandese, invece era tutto regolare) c’è stata la sfilata e il successivo degrado delle gomme sul finire. E qui si è visto come la Ferrari sia più bilanciata della Mercedes, Vettel ha rosicchiato giro dopo giro due o tre decimi e si è portato a tiro di Bottas, che ha provato a gestire le sue gomme fino alla fine, ma tecnicamente è stato il segnale che la Ferrari vale il mondiale, è nata bene e cresce meglio e Vettel ha usato il cervello facendo una corsa impeccabile.

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