F.1 Vettel e Hamilton allo specchio, pregi e difetti nelle parole del circus iridato

Così uguali, così diversi. Due anime distinte, un unico obiettivo: vincere. Il duello fra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel sulla pista di Monza è stato solo l’ultimo atto di una guerra fatta di sorpassi, ruotate e sgarbi. Un duello fatto di pressioni psicologiche, di frenate all’ultimo centimetro di pista. Con il solo scopo di uscirne vincitori. Due anime diverse, eppure così uguali. Entrambi animati da quel fuoco sacro chiamato vittoria, quel disagio interiore che li spinge oltre i limiti della fisica, rappresentata dal mezzo che guidano. Una Mercedes argento per uno, una Ferrari rossa per l’altro.

 

Così diversi, così uguali. Nell’approccio al problema, ovvero come battere l’altro. “Da quando Hamilton ha perso il mondiale contro Rosberg nel 2016 – dice l’ingegner Giancarlo Bruno, ex progettista F.1 e telecronista – Lewis ha analizzato i motivi della sconfitta, ha cercato in se stesso i perché uno inferiore tecnicamente, perché Rosberg non era veloce come lui, fosse riuscito a batterlo. Paradossalmente, da quel momento in poi, vedi stagione 2017 e tutto il 2018, Hamilton non ha più sbagliato, ha capito che non basta essere il più veloce in pista ma devi essere completo anche negli aspetti più sconosciuti, come la messa a punto, il dialogo coi tecnici, l’approccio mentale”.

 

Una rivoluzione cerebrale, quindi, il cui merito fu di Niki Lauda, capace come pochi di comprendere l’anima di un pilota estraendone il meglio: “Non solo – dice Ivan Capelli, ex pilota Ferrari – immaginate l’infanzia di Hamilton. E’ un pilota di colore in mezzo a tanti coetanei bianchi, si fa largo col talento. Ne ha subite molte, la sua famiglia è povera e in pista viene visto con occhio di sufficienza dagli altri, ricchi, benestanti e bianchi. Col tempo il ragazzino Hamilton si è creato una corazza che lo ha fortificato: immaginate solo un attimo cosa ha dovuto sopportare in tanti anni e in un periodo, l’adolescenza, in cui si crea il carattere, ma dentro c’erano ancora quelle fragilità, quei dubbi, che la sconfitta con Rosberg ha evidenziato. Uno che è cresciuto lottando e battendo tutti, si ritrova perdente: come mai? Perché ho perso? Ecco le domande che gli sono sembrate impossibili”.

 

In questo anche Vettel è uguale ad Hamilton. Famiglia povera, una crescita dovuta al talento, alla bravura e tanti sacrifici da parte del padre. Un Hamilton allo specchio. Stessa corazza costruita negli anni…”Con la differenza – conclude Capelli  – che Marchionne lo aveva detto: Vettel è tedesco nella nascita, ma latino, quasi italiano, come carattere e sensibilità. E’ meno forte dentro di quello che sembra” e questo a volte lo induce in errore, perché come dice Tonio Liuzzi, ex pilota F.1 della Red Bull: “Mentre Hamilton non sbaglia un colpo, Sebastian ci mette del suo. Segno di una insicurezza interna o con la consapevolezza che con questa splendida Ferrari non sono ammessi passi falsi, devi vincere e se non lo fai sei colpevole”. Un duello che finora ha vissuto su momenti duri, come a Baku l’anno scorso quando Sebastian tamponò Hamilton sotto safety car, quindi un gesto sciocco che gli costò piazzamento e punti, oppure come in Germania quest’anno, quando uscì di pista perché Hamilton, dietro, era in rimonta paurosa dopo essere partito ultimo: “Credo che non abbiamo ancora visto il meglio di questo duello – dice Emanuele Pirro, ex pilota F.1, vincitore 5 volte della 24 ore di Le Mans e commissario sportivo della federazione – Hamilton e Vettel hanno alzato l’asticella delle prestazioni a un livello mai visto prima. Più che Senna e Prost o lo stesso Rosberg e Hamilton, che erano compagni di squadra. Quando sei nello stesso team non sai mai cosa succede, se simpatie o antipatie possono determinare le tue prestazioni. Quello è un dubbio che ti porti dentro come se lo è portato Hamilton in Mercedes dopo la sconfitta con Rosberg. Qui siamo di fronte a due squadre distinte, una Ferrari e una Mercedes, con tutti gli uomini che spingono dalla stessa parte, per cui dipende solo da te. Credo che fra Hamilton e Vettel vedremo ancora duelli ravvicinati, più il mondiale andrà avanti e più i due saranno destinati a incrociarsi. Non credo che vedremo dello scorrettezze, i due in fondo si stimano e si apprezzano ma non lo ammetteranno mai. Vincere contro un avversario di questo livello e con queste macchine, valorizza ancor più il successo, ti pone su un gradino più alto. E’ per questo che i due faranno scintille e sarà bello vedere come. La Mercedes è più avvantaggiata sul bagnato perché riscalda le gomme mentre la Ferrari, che è più gentile nello stressarle, è in vantaggio sull’asciutto. Hamilton deve metterci di più e lo fa senza sbagliare, sarà uno spettacolo stupendo”.

 

 

Ma come sono i due visti da dentro? Parla il terzo incomodo di questa corsa mondiale, Max Verstappen: “Dire che uno è meglio dell’altro non ha senso – dice il pilota Red Bull – perché nei duelli ravvicinati che ho fatto con loro molto dipendeva da che macchina avessero. A volte hai dei problemi, le gomme consumate, il motore che non spinge, per cui non sempre un sorpasso sta a indicare che sei migliore dell’altro, lo sei in quel momento preciso, ma non è detto che lo sia davvero e per sempre. Quando lotto con Lewis e Sebastian so che il livello è altissimo, ma mentre con Lewis non sai mai quale è il limite cui ti porterà, Seb è più prevedibile, diciamo, di certo rappresentano il top della F.1 attuale”. Concludere con l’onore delle armi del più giovane e temibile rivale, un segno di rispetto da parte di Verstappen, ma chi vincerà il mondiale? “Conosco Vettel perché con lui abbiamo vinto 4 mondiali – dice Chris Horner – mi ricorda la stagione 2010 e 2012, quando era in lotta contro la Ferrari. E’ uno che quando sente odore di vittoria diventa come uno squalo quando sente il sangue. Per questo dico che Vettel può vincere il mondiale, ha una Ferrari fantastica, hanno fatto un lavoro incredibile, Hamilton non ha sbagliato niente ma non ha una Mercedes allo stesso livello. Ecco, dopo aver sbagliato in Germania buttando via la gara, Vettel ha capito di avere in mano la carta giusta per il titolo. In Belgio, vincendo, ha avuto le certezze che cercava. Da qui in poi non lascerà scampo a nessuno”. Se lo dice uno che ci ha vinto quattro titoli, allora i tifosi possono cominciare a crederci davvero.

 

 

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