F.1 Valtteri Bottas leader del mondiale. Alla faccia di Hamilton stavolta vinco io…

 

 

Leader del mondiale suo malgrado. Dopo la seconda gara della stagione e il secondo posto in Bahrain, Bottas comanda la classifica iridata con un punto su Lewis Hamilton che ha vinto la corsa dominata da Leclerc. Che qualcosa fosse cambiato in Valtteri Bottas lo si era capito lo scorso 22 febbraio. A Villastellone, provincia di Torino, ha sede il centro ricerca e sviluppo della Petronas, la società che fornisce carburanti e lubrificanti alla Mercedes. In quella occasione Bottas e Hamilton si sono sfidati in una gara di pit stop. Ovvero, a chi cambiava più velocemente le gomme di una monoposto. Incredibile ma vero, Bottas ha vinto il confronto diretto con Lewis e poi, fiero, ha commentato che “Ho cambiato atteggiamento mentale durante l’inverno”. Un inverno trascorso ad allenarsi nei freddi boschi in Finlandia, a spaccare legna, correre e fare palestra. Con uno scopo: vincere. Battere Hamilton, e provare ad essere il migliore. E’ un linguaggio del corpo diverso: barba incolta, passo deciso, sguardo fiero e occhio freddo ad analizzare cosa lo circonda. Dopo l’Australia, dove ha vinto la gara e fatto il giro più veloce, Bottas si ritrova in Bahrain leader del mondiale. Quanto durerà non si sa. Importante è essere là davanti a tutti: “Infatti, era solo la prima gara, su una pista anomala con un comportamento della macchina perfetto ma che non è indice di una superiorità acclamata. Penso che fino al GP di Cina non avremo le idee chiare su quali sono i valori in campo”.

 

– Di sicuro ha cambiato il passo, quale è stato l’elemento che ha fatto la differenza?

“Forse la barba… (ride, ndr) scherzi a parte non lo so. Mi sono trovato bene con la vettura, ho fatto una partenza eccezionale e ho controllato al meglio. Forse è stata la gara più bella della mia carriera. Il mondiale è lungo, siamo solo alla seconda gara, per adesso va bene così. Si ricomincia da capo, gara per gara”.

 

– Dopo una stagione 2018 deludente, come ha fatto a ricaricarsi e a trovare nuovi stimoli?

 

“Ho passato l’inverno cercando di ricostruire mentalmente la mia carriera e ho visto che era unica. Ho ottenuto il massimo di quello che potevo fare. Per cui mi sono detto che non dovevo avere nessun rimpianto e che avrei solo dovuto spingere forte e sfruttare le occasioni. Diciamo che l’anno scorso per me è stata una specie di sveglia. Ho sempre sognato di lottare per la vittoria e per il titolo mondiale, ma l’anno scorso ho capito che non avrei potuto fare nulla per ottenerlo. Per questo, durante l’inverno, mi sono concentrato con i miei ingegneri cercando il miglior modo di pilotare, su quali fossero i punti principali su cui focalizzarsi, quali fossero i punti di forza di Lewis e quali i miei, cercare i dettagli nella guida che potessero fare la differenza, specialmente nelle curve lente dove Hamilton sembrava più forte di me. Abbiamo studiato la telemetria e capito come affrontare certe curve, come saltare sui cordoli. Ho lavorato su questi dettagli, rivisto gli assetti di alcune gare dell’anno prima: a volte erano giusti, altre sbagliati, ma soprattutto cercare dentro di me la giusta attitudine nelle situazioni di gara, reagire nel modo migliore e più rapido alle varie circostanze. E’ questo il lavoro che ho svolto nella breve pausa invernale e vi garantisco che non ho avuto un attimo di relax”.

 

– Cosa è cambiato nella sua carriera il passare da una squadra come la Williams alla Mercedes?

 

“Non avevo ben compreso cosa volesse dire arrivare in un team che lottava per il mondiale e per le vittorie gara per gara. Imparare a convincerci, all’inizio, non è stato facile, specialmente al fianco di uno come Hamilton, ma d’altro canto sono stato davvero fortunato ad arrivare in una grande squadra come Mercedes, ci sono solo due macchine in questa squadra e credo che sia il posto migliore dove stare. E’ un team vincente dove dare sempre il massimo”

 

– Certo, però implica una pressione psicologica molto forte, a rischio cedimenti…

 

“Posso garantire che quest’anno non sento assolutamente la pressione. Davvero, zero pression su di me, me lo sono imposto mentalmente e voglio vedere giorno per giorno cosa succede e affrontarlo al momento. Mi rendo conto che ci sono molti piloti che vorrebbero il mio sedile, direi che è normale. E’ una squadra vincente e tutti ambiscono ai migliori posti, in fondo lo facevo anche io quando ero giovane. Direi che è normale, è un desiderio comune quello di arrivare in F.1 e poi avere il miglior posto possibile. Adesso lo occupo io, quindi normale che qualcuno ambisca al mio sedile come io ambivo a quello degli altri”.

 

– E’ rimasto sorpreso di poter competere con Lewis Hamilton e trovarsi ad alzare il suo limite?

 

“No, perché alla fine nello sport non ci sono dei limiti, si può solo migliorare ed è quello che ho fatto io. Dimenticati dei tuoi limiti, mi sono detto: contro Hamilton è una sfida pazzesca, non è facile stargli davanti, ha un limite eccezionale, ma non mi sono mai posto un punto da raggiungere: spingo sempre al massimo e tutte le volte che arrivo a un certo livello, cerco di andare oltre. La sfida con Hamilton si basa su questo fattore. L’anno scorso ci sono stati dei momenti difficili, ma mi sono imposto di affrontarli e analizzarli e andare avanti, altrimenti è finita!”.

 

– Ha capito come battere Hamilton o quali sono i suoi punti deboli?

 

“In passato sono stato in grado di vincere e di qualificarmi davanti. Non saprei dire quali sono i suoi punti deboli, la sfida è totale e completa, uno stimolo eccezionale davvero, un ottimo compagno”

 

– Aveva detto dopo i test invernali che la Ferrari aveva mezzo secondo di vantaggio e poi a Melbourne abbiamo visto come è finita…

 

“Ferrari è sempre molto forte, noi abbiamo pensato solo a progredire e a provare tutti gli sviluppi programmati. Le cose sono andate bene, abbiamo migliorato e abbiamo accettato quello che mostrava la Ferrari come un dato di fatto. Ci siamo concentrati su quello che avevamo noi, ho sempre avuto fiducia al 100 per 100 nel team e confidato sul lavoro dei nostri tecnici. Sapevo e sapevamo tutti che sarebbe stata una stagione difficile, per cui non ci siamo fatti prendere dallo scoramento, ma ci siamo concentrati su quello che sapevamo fare e potevamo fare. La prima gara l’ha dimostrato ma il campionato è ancora lungo”.

 

– Ha cambiato il look, più aggressivo con quella barba incolta…

 

“Ho smesso di tagliarmi la barba per comodità, magari mi dà un’aria più aggressiva, forse aiuta…”

 

– In inverno però lei ha disputato anche dei rally, vede un futuro in questa categoria come ha fatto anche Raikkonen in passato?

 

“E’ stato molto bello e divertente, mi sono scaricato e divertito. Però è stata una cosa saltuaria. Per ora non se ne parla, ci penserò il prossimo inverno”

 

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