F.1 GP Ungheria, l'importanza dei numeri 2, Bottas meglio di Raikkonen…nell'autoscontro

 

Una…Bottas per uno non fa male a nessuno! Volendo scherzare sugli incidenti di Valtteri Bottas al GP d’Ungheria, che prima ha tamponato Vettel a sei giri dalla fine e poi ha centrato in pieno Ricciardo a 4 giri dalla fine, c’è da dire che il finlandese ha assolto al meglio il proprio compito di gregario. In questa gara doveva partire bene e lo ha fatto, mettendosi alle spalle di Hamilton, chiudendo poi ogni varco alle due rosse e consentendo così a Lewis di gestire al meglio le gomme nelle fasi iniziali di gara e prendere un certo vantaggio. Alla Ferrari Raikkonen aveva il compito di fare l’ariete di sfondamento, nel senso che aveva le gomme più veloci e quindi, in teoria, almeno alla partenza avrebbe dovuto infilarsi davanti a una Mercedes.

 

Invece, alla curva 2, aveva già ceduto la posizione a Vettel e pertanto la sua gara e la sua strategia era già del tutto inutile. In più ci si sono messi dei problemi alla borraccia (non funzionava e col caldo torrido non è stata una passeggiata arrivare in fondo), i due pit stop tanto per vedere cosa succedeva e se si poteva dare fastidio a Bottas. Inutile, per come si era messa la gara ormai non ci si inventava più nulla. “la scelta di partire con le gomme soft – ha detto Vettel – per me era giusta infatti con le ultrasoft sul finale eravamo più veloci, purtroppo c’è stato il problema al pit stop e uscendo dietro a Bottas su una pista come questa dove non si supera anche se hai la macchina più veloce di un secondo, la mia gara era compromessa. Ho tentato il sorpasso a pochi giri dalla fine, non ho capito se sono stato toccato ma dai box mi hanno detto che era tutto ok e ho proseguito”. Bottas, in crisi con l’ala anteriore compromessa, dopo aver fatto passare anche Raikkonen è stato attaccato da Ricciardo che lo ha superato.

 

Solo che Bottas gli ha dato una bella…botta alla fiancata. Per fortuna hanno potuto proseguire, e Ricciardo con la Red Bull danneggiata è riuscito poi a superarlo e a diventare quarto, dopo che alla prima curva è stato pure tamponato da Ericsonn ed è finito in 16. posizione. Su una pista dove non si supera, Ricciardo di sorpassi ne ha fatti 12, per cui l’equazione di Vettel vale fino a un certo punto. Vero è che il tedesco si gioca il mondiale e non può prendersi rischi. Ricciardo prende quello che arriva. Ma lo fa pure con una macchina inferiore, facendo sorpassi puliti e di classe. Uno che a Maranello ci sarebbe stato davvero bene…

automoto.it

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