F.1 Gp Ungheria Hamilton cannibale si mangia Verstappen. Ferrari imbarazzante

Cosa aggiungere a quanto già visto in pista? Che Lewis Hamilton sia un cannibale, è assodato. Che la Mercedes sia una perfetta macchina da guerra, tranne quando devono fare il cinema in Germania per i 125 anni e che Max Verstappen è oggi l’unico in grado di combattere con Lewis. Il resto, purtroppo, fa la figura dei comprimari. A partire da Vettel e Leclerc che con la Ferrari si sono beccati oltre un minuto di distacco dal vincitore. E pensare che la vittoria di Hamilton non è stata il frutto di una superiorità lampante come al solito. No, stavolta per vincere, ha dovuto far ricorso alla macchina da guerra Mercedes che, contro un Verstappen preciso, preparato e veloce, non aveva altra scelta che giocarsela con la strategia. Cosa puntualmente avvenuta a tre quarti di gara, quando dopo la breve scaramuccia con Verstappen, con tanto di uscita di pista di Hamilton, la corsa sembrava compromessa. A quel punto è intervenuto il team Mercedes. Calcoli alla mano ha visto che cambiare le gomme sarebbe stata la mossa giusta.

 

E così gli uomini agli ordini di James Vowles, responsabile delle strategie, hanno richiamato Hamilton ai box, cambiato in due secondi e tre decimi e rispedito l’inglese alla caccia di Max. “Veramente non speravo di farcela – ha detto Hamilton – ma i miei tecnici mi hanno dato fiducia e detto il passo in cui dovevo girare, ci sono riuscito ed è stato fantastico, senza un attimo di sosta, ogni giro era da qualifica”. E qui nasce il capolavoro di Hamilton, perché bisognava segnare tempi da qualifica ad ogni giro e così è stato fino a quattro giri dalla fine, quando un Verstappen in crisi con le gomme ha dovuto cedere, non prima di un paio di duelli in pista, ad un Hamilton troppo superiore. “Sul finire ho chiesto un secondo pit stop perché non sarei arrivato alla fine della gara, avevo molto vantaggio su Vettel per cui abbiamo optato per la scelta di sicurezza, mi spiace non aver vinto – ha concluso Verstappen – ma abbiamo mostrato un gran passo e la cosa mi piace”. A quel punto la corsa era finita, la palma del migliore divisa equamente fra Verstappen (che stavolta ha pure indovinato la partenza) e un Hamilton spietato, con tanto di ruotata a Bottas alla seconda curva, cosa che ha costretto il finlandese a cambiare il musetto e a rimontare fino all’ottavo posto.

 

E solo grazie a questi episodi che la Ferrari è salita sul podio, ma a oltre un minuto, segno di un passo lento rispetto ai rivali e poco meglio della McLaren di Sainz, quinto e primo dei doppiati. Ecco, nella F.1 moderna vedere i primi 4 a pieni giri, con le ultime due posizioni staccate di un minuto e passa, roba da tappa dolomitica di ciclismo, e tutti gli altri a un giro o due, fa capire il livello della F.1 di oggi e di quanto siano forti Mercedes e Red Bull. A questo punto il mondiale parla chiaro: Hamilton 250 punti, Bottas 188 e Verstappen 181 con due vittorie all’attivo. Vettel quarto con 156 punti e zero successi in casella. Se non succede qualcosa per Spa e Monza, la stagione rischia davvero di essere molto peggio di quanto previsto e sperato. L’analisi di cosa non va a Maranello a questo punto può essere ampia articolata. Loro lo sanno bene, peccato manchi il tempo per rimediare…

 

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