F.1 GP Singapore Hamilton in pole unico a capire come far funzionare le gomme

 

Un giro da manuale, di quelli da incorniciare e far vedere a scuola quando si parla di pole position. E’ questo il risultato di una qualifica perfetta per Lewis Hamilton con una pole strepitosa che ha strapazzato tutti i rivali, a cominciare da Verstappen, che ha pagato tre decimi al pilota della Mercedes, ma sopratutto a Vettel che non è andato oltre il terzo tempo a 6 decimi dopo aver mancato anche il secondo giro per via del traffico intenso nel momento sbagliato. E’ stata una qualifica pasticciata, come l’ha definita Vettel, che si consola con il passo gara della sua Ferrari che appare ancora la migliore nonostante la sconfitta sul giro secco contro un Hamilton stratosferico.

 

Quindi occhio alla partenza dove l’anno scorso si consumarono le ultime speranze di mondiale nel fatidico botto fra Raikkonen, Verstappen e Vettel, e poi un passo gara che consenta con la strategia di superare la Mercedes, perché la Ferrari ha le qualità per farlo quindi non vale la pena abbattersi. Cosa è successo? A prima vista il problema è il riscaldamento delle gomme, le Hypersoft a banda rosa. Mentre Hamilton ha girato molto piano, quasi fermandosi, nel giro di lancio, Vettel  e Raikkonen hanno avuto un ritmo più spedito. Al primo crono stratosferico di Hamilton, con la pole a tempo di record, Vettel tornando ai box ha capito qualcosa e via radio ha avvisato il team: “Vedo che è andato molto piano nel primo giro…” e infatti appena tornato in pista anche il tedesco della Ferrari ha imitato l’inglese, salvo poi finire nel traffico e aver perso tempo prezioso nel secondo intertempo, al punto che nel T3, passando sul traguardo, Sebastian non ha nemmeno accelerato tornando al piccolo passo al box.

 

Quindi Hamilton ha ottenuto un giro strepitoso perché ha capito prima come riscaldare le gomme e poi, su 23 curve, ha fatto solo una piccola sbavatura, segno di una concentrazione unica e difficile da battere. Ma un conto è il giro singolo, un altro un GP su una pista che non perdona (Vettel lo sa bene…) quindi tutto ancora da giocare, importante non perdersi d’animo, la Ferrari c’è, non si vede perché non debbano esserci i suoi piloti.

AUTOMOTO.IT

 

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