F.1 Gp Austria il bello e il brutto della gara promosso Verstappen bocciata Mercedes

 

IL BELLO

Vertappen. Gare buttate via, problemi tecnici e via di questo passo. Poi smette di fare danni in partenza, usa il cervello e si calma, tira fuori il talento e nel giorno in cui le Mercedes salutano la compagnia, è l’unico al posto giusto nel momento giusto e dimostra che ci sa fare perché non consuma le gomme, le gestisce al meglio e va a vincere sulla pista di casa Red Bull.

 

Raikkonen. Bella partenza, grintosa e precisa, poi esagera perché capisce che Hamilton era nel mirino, ci prova comunque, poi molla e comincia a usare la testa, si adegua e capisce come gestire le gomme. Finisce secondo davanti a Vettel, anche se glielo avessero chiesto non si sarebbe spostato. Lo hanno capito e lo hanno lasciato fare.

 

Ferrari. Sei motori nei primi 10, ovvero tutti quelli alla partenza. Segno che Binotto e compagnia hanno lavorato bene anche con le evoluzioni clienti. Visto come è andata Mercedes, è un bel carico da 90 sul morale

 

Haas. Gara perfetta, i primi degli umani, primi punti per Grosjean con gara impeccabile. Hanno raccolto finalmente quello che potevano da tempo ma che era mancato per sfortuna. Consistente Magnussen ancora a punti, pochi soldi, idee chiare e grazie a Dallara per il resto.

 

Alonso. Parte dai box, finisce 8, come lo sa solo lui visto che le Sauber le ha superate, così come la Renault e il resto della compagnia. Gli è andata bene, ma anche se ha mollato gli ormeggi (mentali) al volante ci sa fare ancora

 

RedBullRing. Pista da allungare, scarsa per gli standard attuali della F.1, per il resto sala stampa da primato, gestione impeccabile delle linee, viabilità, bar servizi (catering di altissimo livello) e strade di accesso ben gestite. Da prendere ad esempio per altri organizzatori.

 

IL BRUTTO

Mercedes. Due rotture per due problemi diversi, non succedeva da tempo e qui Lauda e soci dovranno capire al volo cosa non ha funzionato visto che le prestazioni c’erano, i tempi sul giro anche e potevano vincere facendo doppietta come accadeva dal 2014 in poi. Invece no. Urge correre ai ripari.

 

Honda. Troppe cose non vanno ancora bene, si nascondono alla Toro Rosso ma sono ancora indietro e la cosa preoccupa la Red Bull per il prossimo anno, visto che Renault ha ormai mollato (vedi Ricciardo) e non si può fare affidamento.

 

Ricciardo. Sperava in un compleanno migliore, invece è rimasto dietro a Verstappen, ha rotto in gara e per il futuro non ha ancora le idee chiare anche se Horner confida che resti alla Red Bull perché vuole una squadra fortissima. E coi due galletti in casa c’è di sicuro…

 

Renault. Troppe rotture, gestione del team non ancora all’altezza anche se si è visto in pista Chrys Dyer, il tecnico che nel 2010 ad Abu Dhabi sbagliò la strategia che costò il mondiale alla Ferrari e Alonso. Si riparte da qui?

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