F1. Ferrari SF90, ecco perché la Rossa in Cina ha faticato

Le prime gare della stagione 2019 di Formula 1 si sono rivelate tutt’altro che facili per la Ferrari: la Rossa non è riuscita a capitalizzare quanto di buono espresso nei test di Barcellona, dai quali era uscita come la favorita della vigilia. Cosa manca alla Ferrari SF90 per essere competitiva quanto la Mercedes?

 

Un dato emerso dalle prime tre corse dell’anno è la grande rapidità della Ferrari SF90 sul dritto: i tecnici della Rossa hanno optato per una configurazione a basso carico aerodinamico per ottenere velocità di punta elevate. L’ala anteriore (A) della monoposto della Ferrari sposa una filosofia tecnica completamente opposta rispetto a quella di Mercedes e Red Bull: sulla SF90, i flap nella zona esterna si attaccano alle paratie più in basso

Si tratta di una soluzione che convoglia più aria verso l’esterno delle ruote, generando però meno carico aerodinamico a vantaggio di una minore resistenza all’avanzamento sul rettifilo. Lo stesso scopo persegue la dimensione del cofano motore (B), miniaturizzato al massimo sulla SF90: è molto stretto e rastremato. Anche la presa d’aria del motore è diventata più piccola. 

 

La zona del retrotreno adibita allo smaltimento del calore (C) è cambiata negli anni. Una volta la zona finale delle pance era più grande: con il passare del tempo è stata rimpicciolita di volume, anche se non ai livelli della Mercedes. L’ulteriore riduzione delle dimensioni perfezionata quest’anno contribuisce alla riduzione della resistenza all’avanzamento.

Tutte le soluzioni sopraccitate hanno però anche un effetto indesiderato: una configurazione a basso carico aerodinamico come quella della Ferrari SF90 non è sufficiente a performare bene in curva. Per ottenere maggiore deportanza nei tratti lenti e nei cambi di direzione a basse velocità la Rossa deve aggiungere carico.

Disegno: Gabriele Pirovano

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