CONTROVENTO/ Gestire i piloti, il problema Ferrari

Paolo Ciccarone, parlando della psicologia dei piloti ha centrato totalmente il problema. La Formula 1 di oggi è un affare molto complesso che si è evoluto in ogni sui aspetto. Io ho vissuto stagioni in cui i teams erano molto contenuti, solo i tops arrivavano ad un centinaio o su di lì. Oggi Ferrari e Mercedes hanno centinaia e centinaia di addetti. Tutto questo rende le prestazioni asintotiche. La cura dei particolari è maniacale.

 

A sinistra l’ingegner Giorgio Stirano

 

Ormai seguo la Formula Uno dalla corsia dei box nel Gran premio di Monaco come Commissario dell’Automobile Club. Due anni fa, in un momento di sosta, la domenica mattina incontrai l’Ing. Pignacca della Dallara che parlava con un tecnico della Mercedes, Luca mi fece notare che i musetti con alettone delle vetture, esposti sui cavalletti come scorta costavano di più di un loro Formula 3. E il tecnico della Mercedes commentò che ne avevano già distrutti diciotto … a maggio …

 

Questo per dire come oggi ogni componente sia minuziosamente pensato, progettato, provato e costruito senza badare a spese ed ottimizzato al cento per cento.

In tutta questa catena, fa bene Paolo Ciccarone, a far notare come in Ferrari non ci sia nessuno con una consistente esperienza di gestione dei piloti in staff. Qualcuno ricorderà che a inizio di questa mia avventura avevo giudicato Vettel, seppur molto forte, un pelo inferiore a Lewis Hamilton. Previsione che il corso della stagione è stata confermata, e che l’intervista di Paolo a Chris Horner trova conferma, quando dice che “Vettel deve essere seguito in un certo modo”. (leggi qui l’inchiesta)

Lo stesso Arturo Merzario, pilota di lungo corso, conferma che certi modi di indirizzarsi ai piloti via radio, del tipo “vai al massimo” oppure “stai calmo” hanno giusto l’effetto opposto a quello atteso.

In effetti l’uso della radio, per qual poco che ci sente durante i Gran Premi, a me sembra demenziale, comunicazioni tecniche a parte. Indirizzare indicazioni di comportamento ad un pilota che è pagato profumatamente per andare al massimo è un esercizio inutile e spesso irritante letto da chi sta nell’abitacolo.

 

Infatti Lauda conferma di non essere il tipo che invia indicazioni durante la gara. Sa benissimo che i suoi piloti fanno il meglio possibile in base alle condizioni del momento, e non c’è bisogno di esporsi. Semmai è utile esprimere il proprio parere nei briefings per e post gara. Meglio l’analisi che l’incitamento in corsa.

Ferrari non ha questa figura capace di sintetizzare il sostegno al pilota. Red Bull ha Helmuth Marko e Chris Horner, a vari livelli ex piloti, ed anche, allo stesso modo, Mercedes proprio con Lauda e Toto Wolff. Sembrerebbe un lusso inutile ed invece questo è uno dei punti che possono essere considerati una debolezza della squadra del Cavallino. Una figura che a Maranello non c’è mai stata. E che forse ora è tempo di iniziare a cercare. Capirà Marchionne che è ora di pensare anche a curare i piloti ?

 

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