C’ERA UNA VOLTA IL CROSS…

 

 

Il riferimento non è da attribuirsi, anche se potrebbe legittimamente esserlo, a quella che è l’attuale situazione del Campionato Mondiale MX e di come vengano gestite talune situazioni, ma ad una manifestazione così chiamata, quest’anno giunta alla sua 16^ edizione, che ha raccolto sul tracciato di Baldissero di Pinerolo, presso Torino, appassionati provenienti anche dall’estero per un weekend non titolato ma di grande significato simbolico. 

La location un circuito, quello sito nelle vicinanze del capoluogo piemontese, che in passato ha visto anche lo svolgersi di manifestazioni internazionali di altissimo livello, bello, ricco di saliscendi, un tracciato, al contrario di tanti altri artificiali quali si vedono nell’elenco dei vari campionati, “naturale”, impegnativo e selettivo, che si inerpicava tra i meandri delle colline, e che come tale ha il limite di essere poco fruibile dal pubblico in alcune delle sue zone più spettacolari, fattore che può aver contribuito a suo tempo a segnare il suo abbandono agonistico ad alto livello. 

In pista, in una via di mezzo tra una orgogliosa parata di vecchie glorie ed una sfida “vintage” tra riders che, nonostante l’età, nulla hanno perso del proprio agonismo, moto da cross e da enduro di ogni cilindrata, rigorosamente risalenti a non oltre il 1996, e tutte in condizioni meravigliose, curate con affetto, quasi coccolate dai loro proprietari e “tirate a lucido” per questo evento. Al di fuori, grande lavoro per l’organizzazione, come ogni anno impegnata tra mille difficoltà, logistiche piuttosto che burocratiche od economiche, per riuscire a regalare a tutti, motociclisti oltre che appassionati, una giornata nella quale rivedere in azione mezzi che una volta si sfidavano in campionati e gare.

 

 
“C’era una volta il cross”, non solo un’etichetta magari un po’ nostalgica, ma anche, almeno per un weekend, un ritorno a quello che era lo spirito che animava ed era il cuore pulsante dell’ambiente del motocross, per certi versi più semplice, più goliardico, più “pionieristico”, di certo più “spartano”, ma che sapeva attirare il genuino entusiasmo di tutti coloro che si assiepavano a bordo tracciato, ed altrettanto certamente con meno interessi economici a prevalere sui fatti sportivi. 
L’edizione 2019, dopo quella dello scorso anno che non aveva vissuto il proprio svolgimento causa alcune problematiche e, soprattutto, alla concomitanza con altri eventi, con ciò generando la dolorosa decisione di annullare la stessa, grazie ad una pianificazione meno tribolata ha nuovamente raccolto l’attenzione che meritava, con ben un centinaio di iscritti circa al cancelletto di partenza, un numero sicuramente coerente con le aspettative e con gli obiettivi che l’organizzazione si era prefissati. 

Si sono rivisti in azione marchi motociclistici gloriosi, taluni purtroppo ormai spariti dal panorama sportivo od assorbiti da altre case causa difficoltà economiche o nelle logiche di marketing od acquisizioni “strategiche”, altri che hanno consolidato la loro presenza nel tempo accoppiando i propri nomi a quelli di campioni indimenticabili giungendo sino ai nostri giorni. Anche in questo caso, “c’era una volta il cross” rappresentava un messaggio per ricordare quella che era la situazione del passato, dove le case “artigianali” avevano, al contrario di oggi, la possibilità di misurarsi quasi “alla pari” contro strutture industriali al loro confronto “colossi”. 

 

 
Come sempre, in questi casi i sentimenti che si provano vivendo dal di fuori questo tipo di manifestazioni sono molteplici, e spaziano da una naturale curiosità ad una ovvia nostalgia, piuttosto che una sincera ammirazione, sensazioni che si raccolgono tutte in chi partecipa e presenzia, indistintamente a prescindere dall’età, andando a sublimarsi in un sorriso compiaciuto cui nessuno può sottrarsi. 

A ben guardare lo spirito che anima questo tipo di manifestazioni, dove tradizione, storia e ricordi si mescolano e si sovrappongono, e paragonando il tutto a quanto si vede oggi e come viene interpretato il motocross professionistico, nulla di che stupirsi se possa venire quasi spontaneo commentare nostalgicamente “c’era una volta il cross…”

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