BLANCPAIN, L’ASSALTO DELLE GT

 

Lo scorso fine settimana, sul circuito francese del Paul Ricard a Le Castellet, la Blancpain GT Series ha vissuto il suo quarto atto di una stagione, prevista su dieci appuntamenti, per la mille chilometri, gara di endurance partita alle 18,00 e terminata allo scadere della mezzanotte, e che ha visto il trionfo della Bentley che ha praticamente dominato tutta la gara. 

Quarantanove le vetture al via, una parata di quelle che, a rappresentanza di dieci delle più prestigiose case automobilistiche mondiali, risultano essere tra le Gran Turismo più belle e performanti, portate in gara ciascuna da un trio di piloti, circa 150 drivers in pista, un lotto di presenze tale da suscitare invidia anche ad altri eventi magari anche più blasonati.

Si diceva delle vetture, dalle (in rigoroso ordine alfabetico per marca) Aston Martin Vantage, alle Audi R8, alle Bentley Continental, alle BMW M6, alle Ferrari 488, dalle Honda NSX alle Lamborghini Huracan, alle Lexus RC F piuttosto che le Mercedes AMG o le Porsche 911 GT3, tutti bolidi capaci di erogare oltre 500 cavalli (quando non 600), che hanno espresso sul tracciato francese prestazioni di assoluto livello in termini di tempi sul giro e velocità di punta, realmente impressionanti.

 

 
Anche tra i piloti grandi nomi; solo per citare qualcuno dei nomi più conosciuti, tra gli stranieri si rilevavano nella starting list Dries Vanthoor, Rik Breukers, Markus Winkelhock, Dennis Lind, Miguel Molina, senza dimenticare quel Fabien Barthez che tutti ricordano come portiere della nazionale francese di calcio campione del mondo 1998, mentre tra i nostri portacolori spiccavano i nomi di Andrea Caldarelli, Marco Mapelli, Andrea Bertolini, Mattia Drudi, Mirko Bortolotti, Davide Rigon. 

La vittoria è andata alla Bentley dell’equipaggio composto da Jordan Pepper, Steven Kane e Jules Gounon, che dopo aver stabilito la pole position nelle prove ufficiali ha di fatto dominato tutta la gara senza essere mai stata seriamente impensierita da nessun avversario, seguita dalla Ferrari di Miguel Molina, Mikhail Aleshin e Davide Rigon e dalla Lamborghini Huracan condotta da Dennis Lind, Andrea Caldarelli e Marco Mapelli (per effetto di questo risultato i due italiani ora guidano la classifica assoluta piloti).

 
Gara tutto sommato “tranquilla” e, pur se avvincente e combattuta, fortunatamente, senza episodi negativi di particolare rilievo, eccezion fatta per quanto occorso nel primo giro, quando l’Audi R8 numero 2 dell’equipaggio composto da Dries Vanthoor, Ezequiel Perez Companc, Alex Riberas, alla curva di Signes, al termine del velocissimo rettilineo del Mistral, si intraversava venendo centrata dalla Ferrari 488 numero 444 del trio Jens Liebhauser, Florian Scholze, Wolfgang Triller. Vetture distrutte ma piloti illesi, e safety car per ripristinare la pista. 

 

 
Vittoria particolarmente significativa, e carica di importanza e significati, quella ottenuta dalla vettura del team ufficiale inglese, che meglio non ha potuto onorare il centenario della fondazione della casa automobilistica anglosassone, peraltro ottenuta con una prestazione di forza tale da non concedere attenuanti o giustificazioni.

 
Dopo quattro gare la classifica, in tutte le categorie, si presenta altamente equilibrata, senza un dominatore (o un equipaggio) vero e proprio e con tanti pretendenti al titolo; analogo discorso può essere ribadito per il titolo dei team (o dei costruttori), laddove quanto visto sinora in pista si riverbera in quelle che sono le attuali statistiche e punteggi. 

Prossima prova della serie prevista, nel weekend del 28-30 giugno, presso l’autodromo “Marco Simoncelli” di Misano Adriatico, occasione per tutti per confermarsi o per cercare rivincite; tanto per metterci un pochini di sano e corretto campanilismo, non sarebbe male che qualche vettura o pilota italiano potesse essere “profeta in patria” e conquistare una bella vittoria davanti al pubblico di casa.

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