ALFA ROMEO STELVIO Q4 510 CV di godimento in attesa del restyling

 

DI PAOLO CICCARONE FOTO-VIDEO N.GRITTI

Qualcosa cambierà e di sicuro sarà in meglio. Parlando di Alfa Romeo Stelvio il prossimo e annunciato restyling dovrà mettere mano a quei particolari che, ad oggi, hanno lasciato perplessi gli antialfisti per eccellenza. Avere una meccanica da primato, con un motore V6 Bi-Turbo derivato dalla Ferrari con ben 510 CV, 283 km/h di velocità massima e accelerazione 0-100 in 3,8 secondi a qualcuno non basta. (leggi qui la presentazione stampa negli Emirati)

Si guarda all’estero e alla concorrenza e poi scopri che il cambio automatico ZF a otto rapporti è lo stesso usato da BMW, le sofisticate sospensioni adattive, freni in carbo-ceramica (8.500 euro, più altri 500 per avere le pinze colorate di giallo), i sedili avvolgenti Sparco con scocca posteriore in carbonio e regolazione elettrica in altezza (altri 4.000 euro), i colori metallizzati (nel nostro caso il verde Montreal) da oltre 1000 euro e il sistema quattro ruote motrici, che ha molto in comune con quello della Maserati Levante, anche se in Alfa ci tengono a dire che la calibrazione è unica per questa vettura, creano un insieme in cui il dinamismo e la tenuta sono da incorniciare.

18 QUINTALI, NON E’ UNA PIUMA MA PESA 100 KG MENO DELLE RIVALI

Il peso di 1.830  kg non fa pensare a una piuma, ma poi vai a vedere i concorrenti e scopri che ci sono almeno 100 kg in meno di una Mercedes GLC AMG, o una Porsche Macan. Di fronte a certe evidenze, l’antialfista storcerà comunque il naso e bisogna dire che a volte ha ragione, specialmente se si parla dei pulsanti del clima, di alcune plastiche messe qua e là e che non rendono merito a una vettura che di listino parte dai 100 mila euro circa. Si può fare di meglio, senza dubbio, in alcuni particolari.

MECCANICA DA PRIMATO FIRMATA FERRARI

Fare di meglio sulla meccanica, taratura delle sospensioni, prestazioni e guidabilità, appare difficile se non impossibile ed è su queste caratteristiche che Stelvio se la gioca benissimo sul mercato dei SUV, non solo prestazionali, ma anche quelli con prestazioni normali, con motori turbodiesel o benzina tanto per parlare anche di versioni “umane” e  meno sportive come questa Quadrifoglio.

Dalla sua presentazione negli Emirati (guarda la video intervista del progettista clicca qui), Stelvio Quadrifoglio ha impressionato chi ama le prestazioni di questo genere di vetture, tanto da essere diventata l’auto di famiglia di Kimi Raikkonen e protagonista di una serie di spot TV molto divertenti e ben fatti. Ma la domanda resta la stessa: da dicembre 2017 ad oggi, col passaggio al MY presentato a novembre 2019, Stelvio Quadrifoglio vale ancora la pena?

STELVIO QUADRIFOGLIO VALE ANCORA LA PENA OGGI? SI

GUARDA IL NOSTRO VIDEO TEST CON ALFA ROMEO STELVIO Q4

Sì, vale ancora. Perché quando metti in moto e senti il 6 cilindri Bi-Turbo cantare dagli scarichi Akrapovic, col turbo che dà il colpo secco in cambiata (150 millesimi di secondo) fa davvero girare la testa a tutti. Sia per i colori scelti per Stelvio (non solo verde metallizzato, denominato Verde Montreal ma anche i nuovi Rosso Villa D’Este e l’Ocrea GT Junior abbinati anche ai soliti noti, come il classico e stupendo Blu Misano, tanto per dirne una) con quelle pinze freno gialle che spiccano sui cerchi da 20 pollici (gommati Pirelli Scorpion invernali, bell’accoppiata a dire il vero) e scoprire che il confort non si perde per strada, che la silenziosità di marcia rimane intatta col borbottio del V6 di sottofondo, si capisce perché Stelvio piaccia ancora.

QUADRIFOGLIO, SIMBOLO DI ECCELLENZA E STORIA

E perché quel triangolo col quadrifoglio, messo lì in bella evidenza, sta a firmare un prodotto di alte prestazioni. I 510 CV si sentono tutti, ci sono e al distributore te ne accorgi, perché il serbatoio da 58 litri è poca cosa rispetto alla sete espressa dal motore. In città e nell’uso quotidiano siamo sui 6 km al litro, se poi si esagera di mappatura e altro, questo valore scende ancora. In autostrada si sfrutta l’effetto veleggio, ovvero a 130 orari funziona solo una bancata del motore, lasciando inattiva l’altra e quando la temperatura di esercizio sale, si inverte il procedimento.

UNA TRAZIONE…INTELLIGENTE

La trazione integrale interviene solo quando serve. Infatti la Stelvio Q4 di prevalenza è una trazione posteriore ( e in accelerazione i 3,8 secondi 0-100 lo si deve proprio a questo) ma all’occorrenza si trasferisce all’anteriore, fino al 50 per cento, la potenza. Un sistema continuo e dinamico per una trazione integrale che non dà fastidio anche se chi lo vorrebbe un fuoristrada puro avrà da ridire anche in questo caso. Stelvio non è un fuoristrada, è un mezzo con una ampia capacità di carico (oltre 525 litri il bagagliaio standard che supera i 1200 a sedili posteriori ribaltati) ideale per famiglia e lavoro.

Un mezzo duttile che ha una maneggevolezza unica nel segmento, senza tentennamenti. La meccanica allo stato puro, con sospensioni anteriori (Alfa Link) che garantiscono inserimenti in curva degna di una sportiva più che di un SUV da 18 quintali. Le nuove Quadrifoglio si arricchiscono delle ultime tecnologie di assistenza alla guida semiautonoma di livello 2, di un moderno sistema multimediale con schermo touchscreen da 8,8” che nel contesto generale appare anche un po’ piccolo rispetto a certi schermi della concorrenza e di nuove possibilità di personalizzazione per gli interni e la carrozzeria, leggi cinture in tinta con i colori esterni.

MODERNA CON GLI ADAS ULTIMA GENERAZIONE

Il cruise control adattativo delle Alfa Romeo Giulia e Stelvio Quadrifoglio 2020 è ora dotato della funzione di arresto e ripartenza nel traffico a singhiozzo, mentre attraverso il riconoscimento dei cartelli stradali può regolare la velocità in base ai limiti della strada percorsa. A questo sono poi abbinati il sistema di mantenimento di corsia attivo e il monitoraggio dell’angolo cieco. Per disattivare il sistema, basta premere il pulsante sul comando delle frecce e lo stesso per riattivarlo, semplice e velocissimo da usare.

A fine test resta la voglia di provarlo ancora e non scendere dalla vettura, perché si fa presto ad essere un tutt’uno, ma quello che rimane è l’enorme potenziale di un marchio che ha storia, fascino e che potrebbe dare ancora tanto sul mercato.

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