Ferrari ha torto: Ares Design potrà fare la “sua” GTO

DANIELE PIZZO PER AUTOMOTO.IT

La carrozzeria modenese Ares Design potrà realizzare la sua reinterpretazione della Ferrari 250 GTO, la vettura più famosa e di maggior valore mai costruita dalla Casa di Maranello, che si era opposta.

Ferrari aveva infatti aperto un contenzioso con Ares, di proprietà del suo ex manager Dany Bahar, subito dopo l’annuncio della volontà di realizzare una GTO in chiave contemporanea in 10 esemplari da commercializzare al prezzo di 1 milione di euro su base 812 Superfastottenendo ragione da parte del Tribunale di Bologna.

Ma i legali di Ares Design si sono rivolti all’EUIPO (European Union Intellectual Property Office), l’ente dell’Unione Europea che vigila sulla proprietà intellettuale all’interno dell’Unione.

L’EUIPO ha stabilito che Ares è libera di utilizzare il design che ricorda fortemente la 250 GTO in quanto non è stato utilizzato dalla Casa di Maranello negli ultimi cinque anni, secondo quanto stabilito dalle norme comunitarie sulla proprietà intellettuale. Che stabiliscono che, passato questo periodo, si perde ogni diritto.

A nulla sono valsi i rilievi di Ferrari, che a dimostrazione del suo interesse a continuare a utilizzare l’immagine della GTO ha portato come prove il merchandising, le fatture dei clienti che hanno sottoposto le loro vetture a restauro e articoli di stampa che ne avrebbero dovuto dimostrare la titolarità dell’esclusiva.

L’ente europeo ha però eccepito che «Il titolare di un marchio nell’Unione europea è dichiarato decaduto dai suoi diritti, su domanda presentata all’Ufficio, se il marchio, per un periodo ininterrotto di cinque anni, non ha formato oggetto di un uso effettivo nell’Unione per i prodotti o i servizi per i quali è stato registrato e non vi sono ragioni legittime per la mancata utilizzazione. Esiste un uso effettivo di un marchio quando è utilizzato conformemente alla sua funzione essenziale, che è quella di garantire l’identità di origine dei prodotti o dei servizi per i quali è stato registrato, al fine di trovare o di mantenere per essi uno sbocco. L’uso effettivo richiede l’uso effettivo sul mercato dei prodotti e servizi registrati e non include gli usi simbolici, che hanno il solo scopo di conservare i diritti conferiti dal marchio».

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