Dal rally alla Formula 1: la video-intervista a Carlos Sainz Jr e al padre, targata Sparco

comunicato SPARCO

 

  • Il 25enne pilota spagnolo racconta la sua carriera e il suo rapporto con Sainz Sr, due volte campione del mondo di rally e tre volte vincitore della Dakar.
  • Un’amichevole chiacchierata, condotta da Mark Norris del team McLaren, realizzata durante i giorni di quarantena da Sparco, da sempre al fianco dei due piloti.
  • Dall’età d’oro dei rally e la Dakar alla Formula 1, i due campioni condividono esperienze, passioni e sfide, senza dimenticare il supporto tecnico di Sparco.

 

Torino, 8 giugno 2020

 

“Fin da quando avevo dieci anni, il mio obiettivo era di diventare uno dei migliori piloti spagnoli di Formula 1, dopo Alonso e Pedro De La Rosa”. Parola di Carlos Sainz Jr, 25enne pilota spagnolo del team McLaren, intervistato insieme al padre e manager, Carlos Sainz Sr.

Un’amichevole chiacchierata con due campioni, padre e figlio, condotta da Mark Norris, Race Operations Director di McLaren: da un lato Carlos Sr detto “El Matador”, due volte campione del mondo di rally e tre volte vincitore della Dakar, dall’altro Carlos Jr, astro nascente della Formula 1.

I due hanno accettato volentieri l’invito di Sparco, che ha accompagnato da sempre la carriera dei due piloti in qualità di partner tecnico e che segue il team McLaren da 23 anni, a raccontarsi nel corso di una video-intervista, realizzata durante i giorni di lockdown, scambiandosi ricordi, aneddoti e consigli tecnici.

Carlos Sainz Jr rivela che la sua passione per la Formula 1 è nata insieme alla sua passione per le auto, avendo vissuto in mezzo ad esse sin da quando aveva due anni. A partire dai cinque anni il giovane ha iniziato a correre sui kart, che hanno poi segnato il suo debutto ufficiale nel mondo delle corse. È però a nove anni, durante un Grand Prix, che si innamora definitivamente della Formula 1: a dieci, ha già maturato la volontà di diventare uno dei migliori piloti spagnoli dopo Alonso e De La Rosa.

 

Sainz Jr racconta inoltre del periodo trascorso finora con la scuderia e il team di McLaren. “Il 2019 è stato probabilmente l’anno migliore della mia carriera in Formula 1”: nonostante la forte responsabilità legata all’aver preso proprio il posto di Alonso, confida di essersi sentito subito a casa, grazie all’ambiente di lavoro positivo e al buon rapporto con Lando Norris.

Dal canto suo, il padre Sainz Sr afferma di essere molto orgoglioso del figlio, avendo scelto una strada difficile come quella della Formula 1: “Se avesse scelto il rally avrei potuto aiutarlo di più. Adesso provo ad aiutarlo quando posso, ma ormai è adulto e mi limito a essere un suo fan speciale: lo supporto e consiglio se ha dei dubbi”.

Il giovane Sainz parla anche del rapporto di Sparco con McLaren, cui da oltre venti anni fornisce equipaggiamento da corsa all’avanguardia. Un rapporto simile a quello con lo stesso Sainz Jr, che va avanti da più di 15 anni, ovvero da quando aveva dieci anni e indossava guanti Sparco. Non a caso, il giovane pilota definisce il ruolo di Sparco con le parole “storia e sviluppo”, mentre per il padre, che vestiva Sparco già negli anni Novanta, ne esalta “qualità e passione”.

Sainz Sr ha fatto la storia del rally e corso con alcuni dei più importanti campioni e piloti al mondo. Si dice felice di aver preso parte a quell’epoca d’oro: era il tempo dei mitici colori di Martini Racing, a cui Sparco ha recentemente dedicato una nuova collezione heritage, celebrata da un testimonial d’eccezione, il pilota e campione Miki Biasion. È a quei tempi, quando Sainz gareggiava con storici campioni come Juha KankkunenDidier Auriol e soprattutto il suo buon amico Colin McRae, che risale il soprannome “El Matador”, riferimento scherzoso alle sue origini spagnole. Tra le sue auto preferite, la Toyota Celica con cui ha vinto due campionati, la Subaru, la Ford Focus e la Ford Escort.

Sainz Sr parla anche della Dakar, da lui vinta tre volte, delle auto e delle gare, della preparazione e delle prove fisiche e tecniche necessarie. Sempre tenendo a mente che, anche con l’aiuto del copilota, quando si guida si è praticamente “ciechi”. A differenza della Formula 1, in cui è fondamentale la precisione e conoscere alla perfezione il circuito, nel rally c’è più improvvisazione. Ma, conclude, “nonostante le differenze, la filosofia è la stessa”.

Parlando del rapporto padre-figlio, i due riconoscono di essere ancora molto competitivi tra loro. E, anche se più passa il tempo e più diventa difficile tenere testa al figlio (“Sui circuiti è migliore lui”), ci sono ancora un paio di sport in cui Sainz Sr riesce a batterlo, come il golf e lo squash (di cui il padre è stato campione). Sainz Jr ammette che non è facile avvicinarsi al livello del padre e batterlo. E sulla possibilità di sfidarlo nella Dakar: “Adesso sono molto focalizzato sulla Formula 1, forse più avanti…”.

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