CON TOMMASO VOLPE, NISSAN MOTORSPORT DIRECTOR – parte 1

MARCO FERRERO

 

 

Con decorrenza dal 1^ di aprile Nissan ha conferito il ruolo di Global Motorsport Director a Tommaso Volpe, giovane ma già affermata eccellenza manageriale italiana, che nel suo più che invidiabile curriculum può vantare trascorsi anche in Ferrari, Lotus, e per il marchio Infiniti, con la sponsorizzazione Red Bull e la partnership tecnica con Renault in Formula 1, in luogo di Michael Carcamo, un incarico prestigioso e di grande responsabilità considerando come la strategia dell’ambiziosa casa nipponica per valorizzare il suo marchio passi anche per il motorsport.

In questo periodo di “austerity relazionale” legata all’emergenza sanitaria generata dal COVID-19 che non ha consentito un incontro sui campi di gara Volpe ci ha cortesemente concesso la sua disponibilità ad una chiacchierata telefonica, nella quale ci ha simpaticamente condiviso i suoi obbiettivi, quelli della Nissan e più in generale le sue impressioni sulla sua esperienza nel mondo dei motori.

 

D: Cosa può raccontarci della sua esperienza con la Formula 1 e cosa questa le ha lasciato?

R: La mia esperienza in Formula 1 è partita, direttamente o indirettamente, quasi dieci anni fa, perchè è un po’ di tempo che lavoro per brand del settore automobilistico in qualche modo collegati alla Formula 1, però l’esperienza più rilevante è quella degli ultimi cinque anni con Infiniti, che è il brand “premium” della Nissan e che tra l’altro continuo a seguire, dove abbiamo un collegamento tecnico, noi abbiamo una partnership tecnica con il team Renault per la Formula1, per lo sviluppo della parte ibrida del motore, questa partnership tecnica è alla base di un programma promozionale per il brand che è molto efficace, ovviamente va visto nei territori dove Infiniti è un brand conosciuto, Nordamerica, Cina, Medio Oriente; ecco, utilizzare la Formula 1 per migliorare la credibilità del brand, perchè Infiniti è coinvolto tecnicamente nello sviluppo della tecnologia ibrida della Formula 1, ha dato dei risultati eccellenti. Quindi questa come esperienza per me è quello che, come dire, confermerà quello che facciamo in Nissan in Formula E, perchè Nissan in Formula E è coinvolta al 100% nella tecnologia, quindi questo per me è l’elemento più forte del nostro coinvolgimento in Formula E perchè, per la mia esperienza in Formula 1, quanto più c’è un collegamento tecnico, quindi genuino, reale, nello sviluppo della macchina tanto più il brand, la promozione del brand, è efficace, perchè si fonda su una base molto solida, rispetto a quello che può essere uno sponsor che non ha molta connessione con quella che è la performance della vettura.

 

D: Qual è stato l’impatto con la Formula E e qual’è il suo giudizio su questa categoria e su come è organizzata e gestita?

R: Devo dire che, sfortunatamente, da quando sono in questo ruolo non ho visto molto, però ovviamente sono andato ad alcune gare precedentemente, perchè facendo parte dello stesso gruppo sono andato a tutte le gare per esempio ad Hong Kong, a Pechino, e quindi ho avuto modo, da spettatore, da ospite, di seguire la gara; è molto interessante, chiaro che la Formula E è all’inizio, quindi è molto in evoluzione, poi parlando con l’Amministratore Delegato, con il quale abbiamo ormai un rapporto telefonico settimanale, ci sono tantissime cose che questo sport può fare, ha la fortuna di essere “giovane” e quindi di non essere “imbrigliato” in una struttura, in una forma definita che quando è consolidata da meno libertà di poter sperimentare, perchè hai una “fan base” che è così abituata ad una struttura consolidata, che negli sport che sono consolidati è più difficile sperimentare. Invece in Formula E la “fan base” è molto più dinamica perchè, innanzitutto, lo sport ha cominciato solo cinque anni fa, ma, soprattutto, la “fan base” si sta costruendo in questi anni, ci sono gare nuove ogni anno, quindi ci sono nuovi territori da esplorare, i social media stanno aprendo a nuove audience, spettatori, quindi non c’è un modo di vivere questo sport consolidato che in qualche modo deve essere tenuto presente nel momento in cui si sperimenta, c’è molta più libertà. Quindi questa è la grande differenza che dà un’opportunità immensa alla Formula E, in più l’idea principale, l’idea di base che Agag ha portato avanti sin dall’inizio di correre non solo con la tecnologia elettrica, che è la cosa fondamentale, ma anche di correre in città, che collegato al fatto che si corre con tecnologia elettrica, perchè altrimenti non sarebbe possibile, anche li ti da delle potenzialità promozionali che uno sport, come ad esempio, la Formula 1 non ha. Avere un evento nel centro città dà delle possibilità di collegarsi ad altre piattaforme di comunicazione, di marketing, di idee esperienziali, che la Formula 1, che rarissimamente si trova nel centro cittadino, ma è sempre in circuiti lontani, non ha per esempio, quindi anche da questo punto di vista puramente di Marketing e di PR, la Formula E ha delle potenzialità enormi. Per questo non è un caso che ha il maggior numero di costruttori rispetto a qualsiasi altra categoria, perchè c’è un interesse non solo nello sviluppo della tecnologia, che è genuino, e da la credibilità al coinvolgimento nello sport, ma c’è anche tutto l’aspetto promozionale, che è già forte ma potenzialmente in futuro può diventare veramente unico perchè tu vai nel cuore della città a promuovere i tuoi brand. C’è anche un elemento tecnico, a parte quello che stiamo dicendo, appunto di essere nel cuore della città dove ci sono le famiglie, i giovani, quindi hai un audience interessante per il brand; c’è anche un elemento tecnico tra l’altro, il futuro della mobilità è caratterizzato da tre sfide fondamentale dal punto di vista tecnologico, che tutti i brand automobilistici, in particolare la Nissan, stanno affrontando; l’elettrificazione, la connettività e la guida autonoma, queste sono le tre grandi sfide del settore automobilistico. La Renault Nissan e Mitsubishi Alliance è un leader in queste tecnologie, quindi per noi è fondamentale promuovere queste tre tecnologie. E queste tre tecnologie,che hanno già delle prime applicazioni, saranno completamente integrate e sviluppate in un primo momento nelle città, perchè per avere veicoli autonomi perfettamente connessi devi anche avere una certa infrastruttura nel contesto. Le città saranno i primi territori dove queste tecnologie funzioneranno in maniera completa e quindi ancora una volta avere un motorsport che ti da la possibilità di promuovere l’innovazione tecnologica della mobilità in genere, non solo della elettrificazione, nel cuore del territorio dove poi questa mobilità, questa smart mobility si attuerà, non ha prezzo.

 

D: Cosa si porta in dote dal suo predecessore Michael Carcamo e cosa pensa di portare di nuovo in ambito Nissan?

R: Michael ha costruito tutto, senza di lui non faremmo questa intervista, Micheal è stato in gambissima perchè è riuscito a creare nel giro di un anno un team che ha già vinto una gara l’anno scorso, che è comunque arrivato in quarta posizione (e terza con Buemi nella classifica piloti), credo che rarissimamente nel motorsport al primo anno un team arrivi nelle top quattro posizioni, vinca anche un Gran Premio. Quello che voglio dire è che è rarissimo che nella stagione di esordio un team abbia un risultato come quello che la Nissan ha avuto. Da un punto di vista di set up del team, quindi tecnologico di ingegneri, talenti che sono stati coinvolti, il modo in cui è stato gestito il team, Michael ha fatto un lavoro straordinario e sono fortunato a prendere le redini di un “cavallo” cosi già ben allevato. Da parte mia il mio compito è quello di cercare di lavorare dal punto di vista tecnico e avere performance sempre migliori, puntiamo ovviamente ad essere un team ancora più vincente, allo stesso tempo abbiamo anche una grandissima opportunità nel creare valore per il brand, quindi dal punto di vista del business, io ho più un profilo di business-management, non sono un ingegnere, perchè l’obiettivo adesso è anche quello di aggiungere un valore anche promozionale per il brand Nissan, perchè abbiamo una solidità tecnica molto forte, di coinvolgimento e di performance nello sport, adesso vogliamo usare questa solida base per promuovere il brand Nissan in quella che è l’eccellenza Nissan che è la intelligent mobility, quindi le tecnologie di cui parlavo prima, autonomous drive, connettivity e elettrification, usando anche la Formula E come prova della nostra esperienza e expertise.

 

D: Qual è il punto di forza su cui fare leva e qual è il punto di debolezza su cui si dovrà lavorare per portare Nissan al successo?

R: Il punto di forza è che abbiamo delle partnership sulla tecnologia e sulla gestione del team con due partner vincenti, siamo in partnership con E-Dam che ha già vinto i primi campionati in Formula E, e questo certamente è un punto di forza, lo sviluppo della tecnologia e quindi lo sviluppo della vettura è fatto all’interno della Renault Nissan Alliance, è anche lì abbiamo degli ingegneri che sono stati già coinvolti in Formula E precedentemente e hanno vinto campionati quando lavoravano per il brand Renault, quindi questo è sicuramente un punto di forza enorme, i piloti, Sebastien (Buemi) è il pilota più vincente nella Formula E, per cui sicuramente abbiamio tanti punti di forza, la nostra coppia di piloti non è seconda a nessuno, il brand Nissan è leader nella vendita delle vetture elettriche, siamo il primo brand che ha realizzato un prodotto di massa full electric, aggiungiamo a tutto ciò un’esperienza nella gestione dell’energy management che è assolutamente invidiabile, abbiamo tanti punti di forza. Punti di debolezza non ne indicherei uno particolare non perchè non ne abbiamo ma perchè in generale noi siamo già un top team, la differenza nel vincere o non vincere il campionato la fanno veramente i dettagli, non abbiamo un punto di debolezza che saprei nominare, può dipendere dalla performance di un pilota in una gara in cui si trova meglio, un team che magari in una determinata stagione è riuscito ad organizzarsi meglio e a interpretare meglio le gare in certe circostanze; come dire, parlando anche da un punto di vista di business management si possono gestire tutti i punti di forza e di debolezza in maniera tale da arrivare ad essere un top team, nei top tre, se sei meno performante dei primi tre significa che c’è qualcosa sul quale devi lavorare per migliorare i tuoi punti di debolezza, quando poi sei a quel livello a quel punto non è più questione di individuare punti di debolezza ma solo di lavorare sui dettagli; se vedi la differenza di prestazioni tra i primi tre – quattro top team, sono veramente minimali tra loro, lo scorso anno le prime otto gare sono state vinte da otto piloti differenti, una cosa che non esiste in nessun altro campionato, quindi a quel livello non si tratta tanto di punti di debolezza ma di dettagli. Noi ad esempio in alcune gare abbiano fatto degli errori, ma questo non è un punto di debolezza, un altro team ha fatto un errore in un’altra gara, sono errori, non punti di debolezza che indicano un gap da compensare.

 

D: Secondo lei il format regolamentare della Formula E per le qualifiche potrebbe essere proponibile ad altre serie o campionati?

R: (ride) bisognerebbe chiederlo alle persone che gestiscono le altre categorie… diciamo che sicuramente la Formula E, come divevo prima, essendo uno sport “giovane”, è partita proprio con questo spirito di sperimentare a 360°, quindi le regolamentazioni sono molto più innovative rispetto ad altri sport, hanno deciso di gareggiare in territori dove nessun’altro aveva locations, dove nessun altro aveva gareggiato prima, da un punto di vista di marketing sono i primi che hanno aperto ai media in maniera strutturata, hanno pure dato la possibilità ai followers di votare per i piloti con il fan boost e di dare la possibilità di migliorare la performance del loro pilota preferito… quello che mi sento di dire è che non so quanto le altre categorie vogliano prendere dalla Formula E, ma sicuramente non possono imitare la Formula E, che da tutti i punti di vista fa cose che molte altre categorie non fanno, so è posizionata come pionieristica praticamente a 360°, dal punto di vista tecnico, dal coinvolgimento dei fan, a tutto il resto.

 

Una prima parte di intervista decisamente interessante, più imperniata sugli aspetti “strategici” della categoria, una chiave di lettura precisa, analitica e puntuale sulla quale riflettere e che fornisce elenti di valutazione sulla categoria che più di ogni altra ha rotto gli schemu tradizionali del motorismo sportivo.

Nella seconda parte verranno invece approfondite tematiche più legate ad altri aspetti con una chiusura sulle prospettive della stagione in corso.

 

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