Ferrari, il family day un successo ogni aspettativa. Ecco come si è vissuta la giornata a Maranello

DI GIUSEPPE MAGNI TESTO E FOTO
L’invito è giunto come un fulmine a ciel sereno solo poche ore prima. La sensibilità di chi me lo ha proposto deve aver valutato gli impatti che un evento del genere
avrebbe potuto avere su alcuni miei parametri vitali fondamentali, come pressione arteriosa, battito cardiaco, respirazione, salivazione, lacrimazione.
Minimo preavviso, minimo impatto…
Fatto sta che sabato mattina mi sono ritrovato in automobile, destinazione Maranello, dove doveva svolgersi un evento di cui davvero ignoravo perfino l’esistenza,
talmente era esclusivo e prezioso: il Ferrari Family Day. Solo il nome evoca da subito l’appartenenza ad una famiglia, in questo caso, l’appartenenza alla famiglia Ferrari.
Un onore ed un privilegio che, mi rendo conto, vorrebbero avere in moltissimi ed in moltissimi lo meriterebbero, vista la grandissima passione e attaccamento che
esiste da sempre tra il Cavallino Rampante e i suoi sostenitori. Legame fortissimo ed inscindibile, del quale abbiamo avuto ennesima, commovente testimonianza
nel fine settimana di Monza. Uno spettacolo di amore assoluto che davvero avrebbe meritato di essere trasferito in blocco a Maranello per il Family Day, appunto.
Ed invece, per uno strano gioco del destino che mi vede tantissime volte perfino in imbarazzo nel raccontare ciò di cui immeritatamente mi rendo protagonista, eccomi
in automobile con una famiglia vera, una famiglia rossa, quella di un prode Guerriero del box Ferrari, da decenni impegnato in prima persona nel campionato del mondo di F.1.
Già lì mi viene da riflettere: seppur ostentando calma quasi indifferente, frutto forse dei numerosi corsi aziendali frequentati in materia di intelligenza emotiva, mi chiedo quanti vorrebbero e dovrebbero essere lì al mio posto. Invece tutto stava accadendo. E stava accadendo proprio a me!
Arriviamo nel paese del modenese dove un uomo, l’Uomo, ha deciso tempo fa che dovesse nascere la succursale italiana della casa di Babbo Natale, la fabbrica dei sogni: la Ferrari.
Parcheggiamo nel silos, visto tante volte, ma off limits per i non addetti ai lavori. Poi ci dirigiamo a piedi verso un ingresso, l’Ingresso, a cui avrò fatto migliaia di foto, sognando ogni volta di poterne varcare i cancelli. Non tanto per vedere cosa si fa all’interno, ma per poter abbracciare uno a uno tutte quelle e tutti quelli che ci lavorano. Stavamo entrando nell’ingresso della GES, la Gestione Sportiva della Ferrari, laddove vengono concepite e nascono tutte le Ferrari di Formula 1, quelle creature meravigliose che tanto amiamo, da tantissimo sosteniamo e per le quali tanto trepidiamo…
Al tornello troviamo una solerte addetta che ci controlla il pass. Lo controlla pure al Guerriero, evidentemente non riconoscendolo.

“Ma come?” penso “Questa è casa sua, lui è uno dei papà della Leggenda, delle nostre Rosse e gli controlliamo il pass?”

Proseguiamo e, prima di entrare, ci fanno un primo timbro sul passaporto che ci hanno consegnato insieme al pass.
Sul timbro c’è prorpio scritto GES – Gestione Sportiva. Brividi. Mai nessuno, nessuno di noi comuni mortali ha mai potuto neppure sognare di varcare quel sacro Ingresso. Invece oggi eravamo lì, stavamo entrando davvero dentro La Mecca della Formula Uno, la casa dove menti e cuori di un altro pianeta creano, plasmano le Ferrari di F.1, quelle vere, quelle col Cavallino Rampante sulle fiancate.
Percorro i bianchi corridoi un po’ in trance. Ero rimasto per anni, per delle mezze giornate fuori ad immaginare quale miracolo potesse avvenire lì dentro, per poter dar vita a delle meraviglie che ogni volta ci fanno innamorare fin dal primo sguardo.
Passiamo accanto al Reparto Qualità, come se anche l’arte pura espressa in questo posto avesse bisogno di una supervisione, di un controllo post creazione… Poi lo spazio si apre: c’è il Reparto Elettronica, il regno del Guerriero, che infatti si illumina come uno dei suoi meravigliosi volanti, tutti lì, in bella mostra, da quegli degli anni ottanta a quello di oggi, con le sue luci multicolori che si accendono e spengono a intermittenza: è davvero Natale! Francesco Cigarini in persona ci spiega alcune funzionalità di quei volanti, così come di alcuni sensori posizionati, per esempio, nel musetto, di cui mai
avrei immaginato l’esistenza. Eravamo dentro, nel cuore pulsante della GES e stavamo guardando dentro, sotto la gonna della Regina…
Proseguendo, siamo arrivati al Reparto Montaggio Cambi, con esposti alcuni pezzi storici delle Formula Uno più famose del mondo, accanto ai cambi di nuova generazione. Siamo passati da delle piramidali scatole di metallo più o meno aggraziate a degli affusolatissimi, stretti ed eleganti sculture di carbonio, che hanno certamente funzioni aerodinamiche e di assorbimento d’urto, ma sono talmente belle da poter
fare stupenda figura pure in un museo d’arte moderna…
Poi i Motori F.1, cuori pulsanti, in questo momento fermi, immobili, quasi a volersi far ammirare in tutta la loro semplicità, quelli di Schumi, e in tutta la loro complessità, le power unit attuali, grovigli di condutture di vario tipo e di cavi multicolori, creature cibernetiche che ti aspetti che si muovano da un momento all’altro, vengano verso di te e ti chiedano con voce metallica: “ Ciao, Come stai?” “Benvenuto sul pianeta rosso!”
Ma non siamo certo su Marte. Siamo a Maranello, all’interno della GES, dove si crea la passione delle moltitudini, la inspiegabile commozione per una complicatissima e sofisticatissima creatura che scopriamo avere un’anima meravigliosa.

Svoltiamo un angolo ed arriviamo al Reparto Montaggio F.1. Quattro box, quattro spazi, di cui due, uno di Leclerc e uno di Vettel.

Prendo coscienza che è qui che prende vita e corpo davvero la Ferrari che vediamo sfrecciare sulle piste del mondo. Ci sono, esposti su un ripiano, i recentissimi trofei vinti a Spa e Monza. Eravamo su quelle piste leggendarie a vedere la SF90 vincere e i Ragazzi Rossi gioire.
La vista dei premi rinnova la commozione e i sogni appena vissuti… Rinvigoriti dalla per nulla discreta presenza della SF70H e della stessa SF90 negli spazi suddetti. Eh, sì, le Regine erano lì. Non potevamo esimersi di farsi ammirare sul loro legittimo trono…
E’ molto bello poter scrivere queste note, perché così ho davvero la possibilità di gustare lentamente, appieno, con più calma le emozioni vissute…
Emozioni che sono continuate nella parte opposta della statale dell’Abetone, nei Reparti di Produzione e assemblaggio GT stradali, aperti completamente e a disposizione di tutti gli sguardi innamorati dei convenuti, anche dei più indiscreti. Abbiamo timbrato il nostro passaporto in ogni dove: Reparto Nuova Meccanica, Reparto Compositi, solitamente off limits nelle visite degli SFC, Reparto Montaggio Motori. Perfino una visita
all’interno del nuovo, stupendo Centro Stile Ferrari, di una eleganza e raffinatezza da haute couture, da autentica gioielleria…
Proseguendo il cammino in paradiso, ecco il Reparto Selleria, con delle profumatissime pelli multicolori che sembrava di essere in una di quelle bancarelle di dolciumi che tanto ci attiravano da piccoli, mentre invece ora sono
pennellate ai sentimenti dei grandi, buttate lì come solo i grandi impressionisti sapevano fare…
Usciamo, entriamo in altro antro luminoso: Reparto Prova Motori. Alcuni artisti stanno facendo cantare una delle meraviglie create in questo posto. Il suono sale alto, così come le vibrazioni del pavimento. La melodia fa emozionare perfino il piccolo in braccio a suo papà: ad un certo punto inizia a vibrare pure lui, come il motore al banco prova. Buon sangue non mente, il dna è comprovato.
Dulcis in fundo, il Reparto Montaggio GT, con la catena delle otto cilindri al piano terra e la catena delle dodici cilindri al piano superiore. Tutto meravigliosamente e inaspettatamente aperto agli sguardi e all’amore totale e sincero
dei fortunati convenuti.
 Per finire davvero in bellezza, la dogana, dopo l’ennesimo timbro sul nostro passaporto, ci spedisce all’interno del Reparto Ferrari Classiche. Appena entrati, un soave profumo di benzina rossa e di carburatori vecchia maniera ci riporta indietro nel tempo, all’epoca della 275 GTB4,  della 375 MM, della 250 SWB, e così via sognando, fino alla 125S,  accanto alla quale il nostro vate ci propone una foto finale, proprio per concludere una giornata indimenticabile con colei che tutto cominciò… Il profumo di quel luogo ancora ci accompagna, corroborando ricordi e aprendo sorrisi…
Come già ho avuto modo di riflettere, ben difficilmente nella prossima vita potrò sperare nel paradiso. Ma quella di oggi è stata davvero una bella anticipazione, mi ha fatto quasi venire voglia di redimermi, di essere più buono,
come succede solo a Natale. Magari era davvero Natale… Di una cosa sono però sicuro: che gli angeli del cielo abbiano la tuta rossa! Di questo ne ho le prove! Ringrazio di cuore quell’angelo che mi ha portato lì, assieme alla sua famiglia, al Ferrari Family Day. Mi viene il sospetto che qualcuno, da qualche parte, abbia voluto mostrarmi cosa mi perdo, se non mi metto presto in regola con l’aldilà…
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