F.1 SAUBER: dalle dimissioni di Picci ai contrasti con Vasseur e i dubbi sul team, che succede?

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Sauber, che succede? Dopo l’uscita di Giovinazzi e il ritiro di Kimi Raikkonen, l’interesse italiano per questa squadra viene meno nonostante il logo Alfa Romeo e il motore Ferrari. A innescare polemiche e dubbi sulla gestione del team, dopo le polemiche sulla sostituzione di Giovinazzi con il cinese Zhou, ci ha pensato l’ex presidente del team, Pascal Picci, che in una intervista rilasciata a Motorsport.com è stato duro: “Non concordavo con la gestione di Vasseur e la sua visione per cui, essendo in minoranza, ho preferito dimettermi e andarmene“.

PASCAL PICCI, LA VISIONE CON MARCHIONNE

Picci rappresentava il punto di connessione fra la visione di Marchionne e il futuro del team, che secondo Picci adesso non ha più ragione di esistere, a partire dal rapporto con la Ferrari che si è indebolito, alla sostituzione di un pilota, Giovinazzi, sul quale Marchionne contava molto. Fred Vasseur, incontrato in Qatar, ha cercato di giustificare la sua azione: “Ho la responsabilità di un team di 500 persone e non posso permettermi di non pensare al futuro di tutti. Mi spiace per Giovinazzi e per tutte le polemiche, ma anche insulti, che mi sono arrivati dall’Italia, ma credo anche che sia stato gestito male e in F.1 la gente ha memoria per certe cose. Avrebbe potuto uscire in altro modo senza fare la figura del perdente perché è un pilota valido ed è cresciuto molto“.

IL CINESE ZHOU E IL RINNOVO DI KUBICA

Insomma, per il futuro del team i 30 milioni del pilota cinese servono, ma allora perché Picci ha dato le dimissioni e in maniera molto forte e polemico? Di sicuro la Sauber di oggi non è quella di Peter Sauber e la sua gestione molto simile a quella di Minardi, ovvero frutto di passione e amore per le corse. Ci sono poi altri aspetti che lasciano perplessi, ad esempio Kimi Raikkonen ha dichiarato a Jeddah che non ha provato la pista al simulatore perché non era disponibile.

5 MILIONI PER UN SIMULATORE CHE…NON SIMULA!

Per un team che ha speso 5 milioni di euro per il simulatore nuovo è una grossa pecca. C’è poi la gestione in pista, con voci che danno per licenziata Ruth Buscombe, la responsabile delle strategie. Il team non conferma ma di sicuro nelle ultime gare non era presente in pista. C’è poi il rinnovo con lo sponsor Orlen, che a settembre con Kubica pareva fuori dalla F.1, con un programma WEC e Toyota già pronto per il pilota polacco, sempre molto critico col team e la gestione in pista salvo poi essere confermato sia come terzo pilota, sia con lo sponsor.

MISTERO ORLEN E DUBBI ALFA ROMEO IN FUTURO

Quasi a dire che la fiducia in Zhou non è ai massimi e si preferisce avere in squadra un pilota con esperienza e che sa dove mettere le mani nel caso il cinese venga…panchinato dopo le prime gare, ma intanto avrebbe già garantito gli introiti necessari al team. Volendo ipotizzare il futuro di Sauber, con l’accordo di sponsorizzazione Alfa Romeo subordinata alla classifica (a Monza il CEO Imparato ha detto che deve essere nei primi 5 in campionato) è probabile che questo obiettivo non venga raggiunto e quindi i soldi Alfa Romeo (pochi rispetto al passato ma sempre una bella cifra) possano venire meno, così come la fornitura di motori Ferrari.

IL FUTURO COI MOTORI RENAULT?

E allora, avendo dato una mano ad Alpine con l’accordo raggiunto con Zhou, e avendo Alpine la necessità di un secondo team, tutto fa ipotizzare che si vada in quella direzione a partire dal 2023. Visione che non collimava con quella di Picci che ha preferito andarsene sbattendo la porta e facendo leggere altri episodi, accordi con fornitori, gestione piloti, strategie di corsa, con un occhio diverso.

Condividi su: