F.1 Liberty Media e la ipocrisia di correre: meccanici a rischio sì, pubblico no

DI GIUSEPPE MAGNI

Tra un mese avranno già ripreso a disputare i Gran Premi di Formula 1. Felice? Non lo so. Ascolto e leggo le ragioni per le quali si debba assolutamente riprendere. Sono questioni economiche, legate direttamente alla sopravvivenza stessa della Formula 1. Se non si riprendesse, seppur tra mille difficoltà e mille preoccupazioni, il futuro della categoria sarebbe ampiamente compromesso. Così dicono gli esperti. E io ci credo, seppur nella limitatezza della mia capacità di comprensione, data anche dal fatto che non conosco realmente gli impatti economici della situazione.

LIBERTY MEDIA, NON E’ UNA ONLUS E QUINDI?

Quello a cui non credo è che Liberty Media, la società americana proprietaria del Circus, possa essere considerata una onlus che, fino al 2019 abbia fatto disputare il massimo campionato automobilistico del mondo senza guadagnarci un quattrino. Ragione per cui, avendo presumibilmente intascato fior di denaro negli anni scorsi, comincia a sfuggirmi un po’ questa urgenza di riprendere, altrimenti chiudiamo. Possibile che il rischio imprenditoriale non esista più? Possibile che una società di questo livello non sia in grado di far fronte ad un evento negativo eccezionale, come quello accaduto quest’anno, senza porre minimamente a rischio la salute dei suoi stessi protagonisti, rinviando tutto al 2021? Possibile. E tra un mese accadrà.

DA HAMILTON A LECLERC TUTTI CON LE MASCHERINE…

Vedremo Lewis Hamilton, Sebastian Vettel e Charles Leclerc con le mascherine, tenere le debite distanze con i propri tecnici e meccanici, con i propri team principal. Non so se i briefing post prove libere e post qualifiche li faranno via Skype o in Google Duo. Perché, si sa, bisogna assolutamente riprendere. Ne va della sopravvivenza della categoria. Se poi si ammalasse qualche ragazzo del box o qualche ingegnere, pazienza. Ce ne faremo una ragione. Ci sono stati talmente tanti morti. Una decina in più o una decina in meno, che differenza vuoi che faccia?

SE SI AMMALA HAMILTON? PAZIENZA, NELLA LOGICA DI LIBERTY MEDIA…

E se si ammalasse Lewis Hamilton? Pazienza. Morto un papa se ne fa un altro. Perché, sai, ne va della sopravvivenza della categoria. Bisogna riprendere assolutamente. Altrimenti si chiude. E il denaro guadagnato gli anni precedenti, che ne è stato? Ah, ma quello non c’entra. È quello che perderemmo quest’anno, se non riprendessimo, che fa la differenza. E che metterebbe a serio rischio la sopravvivenza della Formula 1. È assolutamente necessario riprendere a correre. Così che le televisioni, che pagano fior di quattrini per i diritti, possano trasmettere le immagini. Perfetto.

LE TV TRASMETTONO, LA GENTE PAGA E LIBERTY GODE

Tra un mese le televisioni trasmetteranno le immagini e pagheranno i diritti. E qualcuno incasserà. E la Formula 1 potrà sopravvivere. Per la felicità di… di chi? Del pubblico. Pubblico? Quale pubblico, se, in nome della sopravvivenza dello sport, possiamo mettere a rischio la vita di Charles Leclerc o di un povero volontario inserviente di pista, ma, in nome della tutela della salute, non possiamo assolutamente mettere a rischio quella del signor Rossi, che, beato lui, avrebbe voglia e possibilità di godersi lo spettacolo dalla tribuna?
Così anche il Signor Rossi sarà costretto ad essere, a far parte del pubblico televisivo. Sarà perché c’è il pubblico che guarda le corse in tv che esse stesse pagano fior di quattrini per trasmetterle? Quello stesso pubblico chiuso da anni fuori dai paddock, tenuto lontano da tutto e da tutti, e ora, in nome della salute, anche dagli autodromi?
C’è qualcosa che non mi torna.

PAGARE PER CORRERE E CORRERE PER PAGARE MA ALLA FINE CHI PAGA?

E se si ammalasse Max Verstappen? O uno dei ragazzi che gli cambia le gomme? Che differenza fa rispetto a che se si ammalasse il Signor Rossi che va a vedere le corse in Autodromo?
Tra un mese riprendiamo. Felice? Non lo so. Perché in realtà riprendono. Loro. Per ragioni loro. Noi no. Noi, che per anni abbiamo rischiato di prendere alettoni o ruote in testa a bordo pista, niente. A casa. Perché? C’è a rischio la salute. Non possiamo esserci. Non facciamo la differenza. Stiamo a casa. Guardiamo la televisione e tiriamo su l’audience. Così, magari, il prossimo anno, si potrà chiedere anche di pagare di più, alle tv. Sai, ne va della sopravvivenza dello sport….

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