F.1 GP SPAGNA Verstappen domina ma quale è il vero limite della Red Bull?

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Ennesima vittoria dell’olandese che domina a Barcellona davanti alle due Mercedes ma nessuno ha davvero capito quale sia il potenziale della RB19 e quanto margine abbia ancora

BARCELLONA – Il problema vero della F.1 di oggi? Semplicemente che sappiamo quali sono i limiti della Ferrari e della Mercedes, sappiamo fin dove possono arrivare Leclerc e Sainz, Hamilton e Russell. Ma nessuno ha ancora capito il vero limite della Red Bull e di Max Verstappen. Perché vincere con 33 secondi di vantaggio il GP di Spagna, sulle Mercedes di Hamilton e Russell, fare il giro veloce in 1’16’’330 contro l’1’18’’403 di Sainz al 60.giro, non fa capire quanto ne abbiano ancora in tasca.

Perez beve una Red Bull ma Verstappen si è bevuto lui

Ovvero, non sappiamo se in un confronto diretto e serrato, le Red Bull siano davvero al limite o se stiano passeggiando come si ha l’impressione adesso. Tanto che durante la gara Verstappen è stato pure richiamato dal suo box a non superare le righe bianche, dopo esposizione della bandiera bianco-nera preavviso di squalifica se lo avesse fatto ancora. E la risposta è stata che, annoiandosi, stava guidando al meglio per tenersi sveglio. O quasi.

Delusione McLaren alla seconda curva Norris KO

La controprova di una Red Bull, che in qualche modo ne viene fuori, è arrivata da Perez che dopo una qualifica disastrosa, è riuscito ad arrivare alle spalle di Russell e quindi a un passo dal podio. Il messicano non è l’olandese e questo fa capire meglio che con quella macchina non tutti possono vincere facile. Ma mettendo tutto insieme e tirando le somme, emerge che finora nessuno ha mai dato fastidio all’accoppiata terribile di questo mondiale. E che anche un Perez che parte dal centro di Barcellona, è in grado di arrivare in zona podio a 35 secondi dal compagno di squadra.

Ocon se la ride dopo un duello al limite con Alonso

Chiusa questa parentesi, la lunga marcia di avvicinamento di Mercedes al vertice ha concretizzato un doppio piazzamento sul podio. Niente di che, ma dimostrazione che le novità portate a Monaco, almeno qui hanno funzionato meglio dei rivali, leggi Ferrari, e il doppio podio è solo un antipasto (e a sto punto, una speranza) di una seconda squadra che possa dare fastidio alla Red Bull e capire fin dove può arrivare. Perché se non tiri, controlli sempre, non sai se sei affidabile, se si rompe qualcosa o se devi cambiare regolazioni per essere ancora davanti.

Gara incolore per Alonso, provato dopo il GP qui con Zhou che ha concluso 9

Quello che c’è adesso basta e avanza. E parlando di modifiche, non c’è dubbio che la Ferrari abbia deluso le attese. Sainz in prima fila faceva sperare meglio, ma il cronico consumo delle gomme, regolazioni estreme che non fanno rendere al meglio, hanno partorito una classifica deludente: Sainz 5. a oltre 45 secondi da Verstappen, Leclerc 11 e fuori dalla zona punti, a oltre un minuto e 14 dal vertice.

Zhou a punti con l’Alfa Romeo

Aggiungendo i problemi in qualifica del monegasco, il quadro che esce è davvero preoccupante. Perché questa era la prima pista permanente dopo il Bahrain e quello di buono che si era visto lì, da queste parti dopo tre mesi di corse, si è perso per strada. Vasseur cerca sempre qualcosa di positivo nelle prestazioni in pista, sentirlo in conferenza fa quasi tenerezza. Ovvero dà l’impressione di uno che è lì, petto in fuori, pronto a prendersi le critiche pur sapendo che (al momento) non dipende da lui. E se un giorno si dovesse stancare? Questo è un altro capitolo, meglio limitarsi al GP e vedere che stavolta Alonso e la Aston Martin sono stati fuori dal vertice, superati pure da Ferrari e Mercedes e poco davanti ad Alpine. Sulla pista di casa, Fernando sperava certamente meglio, ma è andata così…

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