F.1 GP CANADA CONTROMANO I promossi e i bocciati di Montreal

DI RODOLFO INTELISANO

Avevamo detto prima delle qualifiche che questa del Canada per Sainz, con Leclerc costretto a partire dal fondo, sarebbe stata la gara della verità per le sue mai nascoste ambizioni di prima guida alla pari con il monegasco. Non ha vinto Sainz ma ancora una volta ci è andato vicino. Arriva sempre lì, ad un passo dalla vittoria ma gli manca sempre quell’ultimo sprint, quell’ultimo metro che fa la differenza. Però in questo caso si possono davvero muovere pochi appunti alla sua gara.

FERRARI MANCAVA LO SPUNTO

La Ferrari non aveva velocità in rettilineo, inoltre usciva male in trazione dal tornantino che precede in rettilineo in cui era possibile aprire il DRS, quando invece per permettere il sorpasso sarebbe stato necessario uscire da quella curva vicinissimi all’avversario e del resto se non ci è riuscito Leclerc con Ocon ad effettuare il sorpasso, non si può neppure pretendere che ci riuscisse Carlos con Max. Al di là delle carenze tecniche alcuni avvenimenti della gara non lo hanno poi di certo aiutato e mi riferisco in particolare alla diversa gestione della Virtual Safety Car dopo i ritiri di Perez nel primo caso e di Mick Schumacher nel secondo caso e una gestione della strategia da parte del box non perfetta, anche se nulla a che vedere con il disastro di Montecarlo.

LA STRANA GESTIONE DELLA VIRTUAL SC

Vorrei aprire una parentesi sulla “strana” gestione della VSC: senza voler fare il complottista è un fatto indiscutibile che quando si ferma Verstappen la Virtual resta fuori per un tempo infinito dopo che la macchina di Perez è già stata rimossa e viene tolta, guarda caso, solo quando Verstappen è uscito dai box. Con la seconda virtual invece, questa viene tolta, come avrebbe dovuto avvenire anche nel caso della rimozione della vettura di Perez, non appena la pista è libera dalla presenza nella via di fuga della Haas di Mick Schumacher, ma senza che Sainz abbia avuto modo di completare la sua sosta.

RED BULL AIUTATA DALLA…SORTE

Ora si dice che a pensar male si fa peccato ma ci si indovina. Non è la prima volta che la Red Bull viene aiutata in modo più o meno palese dalla direzione gara ed è impossibile dimenticare lo scandaloso finale della scorsa stagione con la incredibile bandiera rossa in Arabia Saudita, esposta solo per permettere a Verstappen di effettuare la sua sosta, visto che il suo box lo aveva lasciato fuori in regime di Safety Car e con l’ancora più incredibile finale di Abu Dhabi, dove, pur di far vincere Verstappen, si agì in maniera palesemente in violazione del regolamento. A questo proposito vorrei dire al telecronista di Sky che non mi risulta che la regola che impone la fine del regime di Safety Car un giro dopo che tutti i doppiati abbiano superato la safety e si siano accodati al gruppo sia, come detto in telecronaca, a discrezione del direttore di gara, ma andiamo avanti…

DIREZIONE GARA DA UNIFORMARE

Al di là delle violazioni palesi delle regole o delle ipotesi di complotto, in ogni caso, le decisioni della direzione gara non possono e non devono continuare ad influenzare il risultato come sta accadendo troppo spesso. Riguardo la strategia del box Ferrari che non ha aiutato lo spagnolo c’è stato un problema di scelta dei tempi delle soste non perfetta (o non fortunata, diciamo così) e la scelta forse troppo prudente di non montare alla seconda sosta in regime di Safety Car un treno di gomme tenere, ma probabilmente non sarebbe servito egualmente.

RED BULL PIU’ SQUADRA RISPETTO A FERRARI

La verità è che Ferrari ha una macchina a livello Red Bull con piccolissime differenze in più o in meno a seconda delle piste ma Red Bull è più squadra, sia come gestione in pista, sia a livello di peso politico (ampiamente dimostrato). Eppure un errore decisivo Sainz lo ha commesso, ma più di un errore parlerei di una sua mancanza: quello di partire in seconda fila. La Ferrari aveva un passo migliore in gara e se Sainz fosse partito davanti avrebbe molto probabilmente vinto.

SAINZ NON HA ISTINTO DEL KILLER

Anche qui è mancato l’istinto del killer che ha invece Leclerc in qualifica. In conclusione quindi Sainz bocciato o promosso? Diciamo rimandato con margini di miglioramento, soprattutto in qualifica. Il bocciato è invece Perez. Chiamato a dimostrare una costanza di rendimento indispensabile per poter pensare di lottare per il mondiale (ordini di squadra permettendo) incappa in un week end disastroso con una carenza di velocità per tutto il week end nei confronti del compagno di squadra culminata con il grave errore in Q2 che lo costringe a partire 13emo.

PEREZ BOCCIATO SU TUTTA LA LINEA

Per il ritiro in gara, ovviamente non ha colpe ma non stava facendo sfracelli. Ho sentito qualcuno insinuare che il guasto sulla sua vettura sarebbe stato voluto per togliere un possibile disturbo in classifica campionato al sovrano in Red Bull, sua maestà Verstappen. Ne dubito, per due motivi, in primo luogo perché in questa gara Checo non avrebbe potuto dare alcun fastidio a Max partendo così indietro e quindi il distacco in termini di punti fra i due sarebbe aumentato di molto in ogni caso, secondo perché comunque, arrivando al traguardo avrebbe potuto portare punti utili per il campionato costruttori.

AFFIDABILITA’ CHIAVE DI VOLTA

A proposito di rotture, questo mondiale, dopo almeno 15 anni in cui era stata data per scontata, l’affidabilità ritorna ad essere un elemento decisivo. Negli ultimi 15 anni, dopo la rottura del motore di Schumacher in Giappone 2006, un solo mondiale deciso dalla mancanza di affidabilità, quello del 2016 con la rottura del motore di Hamilton in Malesia ma allora Hamilton se la dormì per tutto l’inizio del campionato, lasciando scappare Rosberg in classifica, facendo troppo affidamento sulla sua maggiore classe per recuperare. La rottura della Malesia lo mise di fronte al suo errore di presunzione e di quell’episodio Lewis ha saputo fare tesoro, restando sempre concentrato, anche quando ha avuto un compagno di squadra come Bottas, ben più facile da gestire che non un Nico Rosberg.

LECLERC DUE RITIRI PESANTI

Ma allora era una lotta fra compagni di squadra, oggi la situazione è diversa con due squadre in lotta ed entrambe con qualche problema di affidabilità e qui la differenza la farà, e l’ha fatta fino ad oggi, il saper capitalizzare le occasioni: Verstappen si è ritirato due volte e tutte e due le volte era alle spalle di Leclerc, Leclerc si è ritirato due volte e tutte e due le volte era in testa, a questo aggiungiamo gli errori di strategia del box Ferrari e abbiamo i 49 punti di differenza in classifica, se pensiamo che dopo l’Australia Leclerc aveva 46 punti di vantaggio, appare evidente come, al di là del valore dei piloti e delle vetture, strategie e affidabilità saranno decisive per la conquista del titolo. Due elementi, soprattutto il primo, in cui la RB sembrerebbe avere un certo vantaggio. E adesso Silverstone a casa loro!

Rodolfo Intelisano

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