F.1 GP ARABIA SAUDITA Mi intervisto da solo è la moda del circus

DI PAOLO CICCARONE PER AUTOMOTO.IT

Jeddah non deve essere una meta molto gradita da buona parte del circus F.1. Lo dimostra il fatto che il volo di ritorno dal Bahrain era bello pieno di gente che aveva preferito il rientro in Europa piuttosto che affrontare la seconda edizione della gara in Arabia Saudita. Il posto è nuovo e aperto da poco alle esperienze turistiche, per cui si rischia sempre di finire in località con mente diversa da quella abituale, con disservizi e complicazioni varie che non sempre sono gradite. Comunque, per chi è andato in Arabia a seguire la seconda edizione del GP, le migliorie al circuito sono evidenti, anche perché tre mesi fa, nella prima edizione, era stato approntato tutto con molta fretta. A dire il vero, coi cartelloni che si staccano in pieno rettilineo (vedi FP1 con Norris) non sembra che le cose siano migliorate… Anzi.

E poi i problemi con gli attacchi missilistici. Finire in una zona di guerra quando nel mondo si trattiene il fiato per altri conflitti, non è quello che vorrebbero in F.1 che sono nettamente schierati contro le guerre. Però vediamo quali tendenze ci sono nel paddock F.1 tanto per capire che cosa succederà.

MI INTERVISTO DA SOLO

I team F.1 hanno al seguito un nutrito gruppo di fotografi e cameramen con lo scopo di seguire passo passo la vita del team e divulgarla a mezzo social. (Nella foto di apertura Mike Krack, team principal Aston Martin) Un bel sistema per non avere a che fare con la stampa e le domande indiscrete (ammesso se ne facciano ancora) col risultato che spesso si trova gente nel paddock che si auto intervista. Basti vedere gli addetti del team con telecamera e il responsabile in azione mentre risponde alle domande possibilmente concordate (sarebbe strano il contrario). Per cui sui social gira di tutto, si parla direttamente al tifoso o al follower e per sapere qualcosa la stampa è costretta a seguire tanti di quei profili social che poi non fa più il proprio lavoro sul campo…

BRIATORE E LA RIVOLUZIONE DEL PADDOCK

In Bahrain si aggirava Flavio Briatore con fare sicuro e divertito. Nel paddock stringeva mani, si dedicava a propri ospiti, girava fra un box e l’altro e sullo schieramento di partenza è andato a salutare Alonso e Laurent Rossi, responsabile brand Alpine. Cosa ha in serbo Briatore per animare il paddock? “Io lo so bene ma non ve lo vengo mica a dire” ha chiosato. E infatti conoscendolo sarebbe meglio saperle certe cose. Per evitare sorprese dell’ultimo minuto, hai visto mai…

PINK FLOYD BATTE CLAPTON

In Bahrain c’era al solito Nick Mason, ormai abituale da queste parti. Il batterista nonché fondatore dei Pink Floyd ha una passione smisurata per le Ferrari. Al pari di Eric Clapton, che ha suonato in concerto il sabato sera pre GP. La domenica entrambi erano nel paddock, con la differenza che Mason parlava con tutti e con la moglie si aggirava come un semplice tifoso, Clapton invece aveva due buttafuori che allontanavano la gente e impedivano foto da vicino. Nessun commento, muso lungo e faccia seria. Come se fosse stato costretto (magari lo hanno anche pagato). Peccato, perché in quanto a bravura poco da dire, siamo di fronte a due talenti internazionali riconosciuti. In quanto a disponibilità, Mason batte Clapton 7 a 0 e senza palla al centro…

MUSICA E KEBAB, LA RICETTA VINCENTE?

Parlando di animazione nel paddock, anche in Arabia ci sono gruppi musicali e artisti che si esibiscono nel paddock club, rendendo vivace una zona di solito riservata a chi di corse era appassionato. Come in Bahrain sono spuntate sedie e divani in stile per consentire ai presenti zone relax da dove guardare il via vai del paddock. In Bahrain i sofà e i cuscini erano a disposizione davanti alle ospitalità dei team e per i presenti.

WILLIAMS E QUEL GRIDO DI GUERRA

Il meeting Williams e il grido di guerra del team

Il venerdì mattina, prima delle prove libere, Jost Capito, team manager Williams, raccoglie tutti i membri della squadra e fa una riunione in pubblico in cui prova a motivare i componenti del team. Il tutto è abbastanza inusuale in F.1, visto che di solito non lo si fa in pubblico e nel caso solo dopo una vittoria con la foto di gruppo. Alla fine del discorso, Capito urla al popolo Williams: “Chi siamo noi?” e la risposta è “Un grande team!“. “Chi siamo noi” urla più forte e la risposta è sempre la stessa. E questo per tre volte prima dell’applauso finale e il rompete le righe. Perfetto per una squadra di rugby, per la F.1 a quanto pare funziona meno…

PIRELLI E L’OCCHIO INDISCRETO

Di solito le ospitalità sono aperte agli ospiti ma si vede che dopo la pandemia con limitazioni, qualcosa non è andato per il verso giusto, tanto che sono spuntate delle telecamere a controllare i dintorni. Sul bancone della Pirelli ne sono spuntate due, visto che in quanto a cibo e caffè sono fra le top ospitalità del mondiale, avranno voluto controllare che nessuno ne approfittasse senza farsi scoprire…

IN BAHRAIN BUS MADE IN ITALY

E’ vecchia ma sempre valida. Per far fronte all’afflusso di tifosi in Bahrain (nuovo record generale con 98 mila presenze di cui 38 mila solo la domenica) gli organizzatori hanno noleggiato dei bus che sono arrivati da Dubai. La sorpresa? Che erano mezzi italiani usati rivenduti a noleggiatori locali, per cui si è visto qualche mezzo tricolore, con tanto di telefono e indirizzo italiano, ma con targa di Dubai e autisti indiani a trasportare tifosi tedeschi olandesi e inglesi. Quando si dice la globalizzazione…

 

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