CONTROMANO Il guasto e… “l’aggiusto”. Dal pasticcio di Montecarlo il regalo a Perez contro Verstappen

DI RODOLFO INTELISANO foto GIUSEPPE MAGNI

Un mio amico diceva che a volte dal guasto può venire “l’aggiusto”. Se consideriamo come guasto il pasticcio di Montecarlo che ha finito con il regalare la vittoria a Checo Perez, questa vittoria potrebbe rivelarsi “l’aggiusto” (sempre usando la terminologia del mio amico).

RED BULL FERRARI, QUESTIONE DI SECONDI…

Sainz spera in un numero 1 ma non è ancora un numero 2

Dopo Imola e prima di Miami avevo sottolineato come la differenza fra una squadra come la Red Bull, dove i ruoli di prima e seconda guida erano ben definiti e Ferrari, dove invece, nonostante la netta supremazia di Leclerc su Sainz ( allora eravamo quattro a zero in qualifica e sempre davanti in gara, oggi siamo a sette a zero in qualifica e sempre davanti in gara, a parte l’handicap imposto a Leclerc dalla squadra a Monaco), ancora non veniva fatta una chiara scelta delle posizioni dei piloti, rischiava di far perdere punti decisivi a quello dei due piloti realmente in lotta per il campionato.

PEREZ A MONACO UNA VITTORIA CHE CREA PROBLEMI

Ora però la vittoria di Perez a Monaco potrebbe cambiare le dinamiche all’interno della Red Bull. Perez ha 110 punti, Verstappen 125. Se vi sembrano tanti, dovete rapportarli al sistema storico dei punteggi: sono i punti di un terzo posto. Per dirla tutta è come se Perez si trovasse a 4 punti da Max con i punteggi di un tempo, un niente. E allora, arrivati a questo punto, davvero si può pensare che se per varie vicende della gara Checo si trovasse ancora davanti cederebbe tranquillamente la posizione come ha fatto in Spagna? Mi permetto di dubitarne.

DUELLO RED BULL VANTAGGIO FERRARI

Ecco perché a questo punto Perez può diventare, inaspettatamente un alleato di Leclerc. Anche perché una situazione di tensione all’interno della squadra per un mancato rispetto degli ordini di scuderia può portare a fenomeni di autolesionismo e purtroppo non possiamo più chiedere a “lole” Reutemann di raccontarci la sua storia illuminante in tal senso, ma l’argentino ricordava bene come la sua macchina, dopo la pole a Las Vegas, ultima gara che poteva dargli il titolo, nel warm up del mattino, non era già più la stessa e tutti ricordiamo come la Williams sbagliata, quella di Jones, offeso e vendicativo per lo sgarro del Brasile, vinse la gara.

QUEL PRECEDENTE WILLIAMS DELL’80

Sicuramente con l’appoggio “alla Tafazzi” per intenderci, di un Frank Williams che stravedeva per Jones anche a danno della propria squadra (anche Regazzoni raccontava qualcosa al riguardo) ora, volendo fare un parallelo, la Red Bull, Horner, Marko, stravedono per Verstappen, perciò, a questo punto ci si può anche attaccare ai corsi ed ai ricorsi storici e puntare su Perez, come un alleato di Leclerc. Un alleato che a tutt’oggi Leclerc non ha trovato in Sainz.

LECLERC SAINZ, LE GERARCHIE DECISE IN PISTA

Oggi anche un ex come Tonio Liuzzi dice quello che è evidente a tutti: Leclerc è un fuoriclasse, mostruoso nel giro di qualifica, Sainz un buon pilota, veloce, solidissimo in gara, sempre in grado di portare punti pesanti, ma non è Leclerc. Ferrari non può indugiare oltre nel definire i ruoli che la pista ha già abbondantemente chiarito. Sainz ha 43 punti meno di Leclerc.

LA MATEMATICA CONDANNA SAINZ 

Equivalgono ad una vittoria e un secondo posto con Leclerc che dovrebbe restare fermo per due volte a zero punti. Se poi consideriamo il distacco dal leader Verstappen, siamo oltre le due vittorie con Max fermo per due volte a zero punti e ancora non basterebbe per il sorpasso. A parte l’improbabilità di vedere Sainz vincitore per due gare con sia Leclerc che Verstappen fermi, mi sembra che i numeri parlino chiaro e Sainz dovrebbe smetterla di trincerarsi dietro la storiella che sta raccontando, soprattutto a se stesso dall’inizio della stagione, dell’adattamento alla macchina. Non è quello il punto. Il fatto è che Leclerc è più veloce, semplicemente.

LECLERC VELOCE, FARSENE UNA RAGIONE

Mi rendo conto che per un pilota accettare la maggior velocità del compagno è difficile, ma è una questione di intelligenza. Sainz è un ragazzo intelligente lo dimostri. Gli esempi non mancano: Lauda con un giovane Prost, che Niki batté di astuzia non mettendosi a competere con il francese in velocità, sapendo bene che ne sarebbe uscito ampiamente battuto, Berger con Senna, Patrese che capì la maggiore velocità di Mansell nel 92 e insieme dominarono un mondiale, ancora con Patrese che resosi conto della superiorità di Schumacher nei suoi confronti, a fine 93 disse basta.

LA GRIGLIA 2022 GENERAZIONE DI FENOMENI

La verità che ci troviamo di fronte ad una generazione di fuoriclasse che generalmente ne nasce uno ogni dieci anni. E’ stato così con Schumacher, poi con Alonso, poi con Hamilton. Oggi dovremmo godere del fatto di avere una generazione di quattro fenomeni a combattere in pista contemporaneamente, purtroppo non a a parità di macchina: potremmo definirli i fantastici quattro: Leclerc, Verstappen, Norris e Russel hanno quel “qualcosina” in più che fa la differenza, perciò Sainz si rassegni.

SAINZ USI IL CERVELLO E FARA’ BENISSIMO

E’ un ottimo pilota ma è capitato nell’era sbagliata, come quei piloti che si trovarono ad affrontare in pista contemporaneamente tre fenomeni come Prost, Senna e Mansell. Gerhard Berger ricorda spesso quanto avrebbe potuto vincere senza doversi trovare a competere con quei tre. Sainz sta commettendo lo stesso errore di Ricciardo: ottimo pilota che, surclassato da Norris per tutto il 2021, ha trovato anche lui quale scusante per giustificare il fatto di venire costantemente battuto dal compagno di squadra, il mancato adattamento alla macchina. Nel 2022 la macchina è diversa, non si può parlare dopo quasi trenta gare ancora di adattamento alla vettura, eppure il risultato non è cambiato.

FERRARI DEVE GIOCARE A UNA PUNTA

La titubanza della Ferrari, in assenza di una netta supremazia tecnica, in una situazione che vede una lotta praticamente alla pari con Red Bull può portare solo danni, due esempi su tutti: Mansell e Piquet compagni di squadra in Williams che con le loro lotte interne regalarono il mondiale a Prost nel 86 e, in maniera ancora più plateale, Alonso e Hamilton compagni di squadra in McLaren che nel 2007 che con i loro bisticci regalarono il Mondiale a Raikonnen e alla Ferrari, peraltro l’ultimo e dove Massa fu eccellente uomo squadra lasciando la vittoria che poteva essere sua sulla pista di casa al compagno di squadra per consentirgli di vincere il titolo.

EVITARE GLI ERRORI DEL PASSATO

Ecco, quello che si chiede a Sainz è di pensare meno a stesso e di essere più uomo squadra. Lo hanno fatto, dimostrando maggiore umiltà, campioni del mondo come Raikonnen e Vettel, non si vede perché non possa farlo Sainz, ben lontano dai titoli e dal livello dei due appena citati. Le indecisioni della Ferrari nel nominare Leclerc capitano e Sainz scudiero, sono ancora meno comprensibili se si guarda al recente passato e a come non ci sia fatto alcuno scrupolo nel mettere Vettel, pur con tutti i suoi titoli ed il suo attaccamento alla squadra che forse meritava maggiore riconoscenza, in secondo piano nei confronti di Leclerc.

LECLERC SPIRITO VINCENTE

Sono andato a riguardare le qualifiche del 2019. Ebbene la classifica finale vedeva su 21 gare un 12 a 9 a favore di Leclerc. 7 pole a 2. Non una debacle, eppure nel 2020 Leclerc era chiaramente prima guida e già alla seconda gara a fianco di Vettel nel 2019, quando era stato presentato dalla Ferrari come il giovane che doveva crescere avendo Vettel come mentore, in Bahrain, si permetteva di non rispettare gli ordini di scuderia con uno sfrontato messaggio via radio: “sono più veloce, passo”.

MONACO PUNTO DA RICORDARE

Ribadisco che la decisione, il chiarimento, non solo non è più procrastinabile ma se fatto a suo tempo, come da me, e non solo da me, sollecitato, con un Sainz rispettoso degli ordini di scuderia, avrebbe probabilmente evitato la disfatta di Monaco e oggi Leclerc con 13 punti in più e con Verstappen con tre punti in meno sarebbe nuovamente, ampiamente leader. Quanto dobbiamo aspettare ancora?

Rodolfo Intelisano

 

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