CONTROMANO GP BELGIO Evoluzione Red Bull o involuzione Ferrari?

DI RODOLFO INTELISANO foto GIUSEPPE MAGNI

Difficile commentare il GP del Belgio. La superiorità Red Bull e soprattutto di Verstappen è stata addirittura imbarazzante. O alla crescita Red Bull va unita una involuzione tecnica Ferrari? Cosa già vista nel 2017 e nel 2018? Come si dice: quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, gli altri….In altre gare di questa stagione si era visto come le basse temperature favorissero la Red Bull nei confronti della Ferrari per via di una migliore capacità di mandare nella giusta “finestra” di temperatura gli pneumatici in queste condizioni (primo campanello di allarme in tal senso fu la gara di Imola).

Il problema è che ieri a Spa era sole caldo come raramente capita sul circuito immerso nella foresta delle Ardenne, eppure Sainz non ha resistito neppure a Perez, benchè questi sia rimasto ben lontano dalle prestazioni del compagno di squadra olandese e per poco non ha perso pure il podio in favore della Mercedes di Russel, il che lascia pensare che con Hamilton in pista, sempre più efficace sul passo gara e davanti a Russel anche in qualifica, al massimo si sarebbe potuto puntare al quarto posto. A questo si aggiunge la sfortuna che rischia di diventare leggendaria, di Leclerc: prima la visiera che si incastra nella pinza de freni, poi il mancato rispetto della velocità nei box nell’ultimo pit stop effettuato a due giri dalla fine per tentare di strappare il punto addizionale del giro più veloce, con il risultato che invece di guadagnare un punto se ne sono persi due.

Ma al di là dl problema al sensore del limitatore di velocità è emersa per l’ennesima volta la scarsa lucidità del muretto Ferrari, per due ben precisi ordini di motivi: primo, l’analisi dei tempi avrebbe dovuto far capire che anche montando le gomme soft la macchina non aveva un livello di prestazione tale da permettere di battere il tempo di Verstappen, secondo e ancora più grave e lampante errore: non vi era la finestra di tempo sufficiente per Leclerc per effettuare la sosta e rientrare in pista davanti ad Alonso, che infatti è passato mentre Leclerc usciva dai box.

Ora, come si possa fare il giro più veloce mentre sei in lotta con un avversario per la posizione e non con pista libera, gli ineffabili uomini del muretto Ferrari dovrebbero gentilmente spiegarcelo. Ma questo errore resta veniale di fonte a certi scandalosi e pacchiani errori del recente passato che Binotto ha cercato di coprire con risultati imbarazzanti (quando la pezza è peggiore del buco), ma l’arrampicatore aziendale sta facendo il vuoto intorno a se e per ricoprire ogni funzione di responsabilità, ha fatto fuori anche l’addetto stampa, facendo anche qui un lavoro che non è il suo è questo è il risultato…andando avanti così la deriva sarà totale.

Questo campionato 2022 ha dimostrato come una pessima squadra, pur con una macchina non solo competitiva, ma direi di più, vincente, possa buttare via un mondiale, tra pacchiani errori di strategia, guasti meccanici, pessima gestione dei piloti, con l’incapacità di decidere su chi privilegiare nella corsa al titolo, cosa che dopo le prime cinque/ sei gare doveva essere palese a cui va aggiunto qualche errore di Leclerc dettato più che altro dalla frustrazione, oltre alla differenza di esperienza rispetto a Verstappen.

Non osiamo immaginare quali potrebbero essere stati i risultati con una macchina, diciamo da terza fila, tipo Mercedes di quest’anno che però, da grande squadra quale è, ha saputo massimizzare lo scarso potenziale che aveva a disposizione e adesso senza il ritiro di Hamilton si troverebbe in lotta con Ferrari per il secondo posto nei costruttori.

Ma il mondiale è ancora lungo…. Intanto da certi team radio sembrerebbe che in Ferrari si sia deciso finalmente di ascoltare anche il pilota in merito alle gomme da montare, più volte abbiamo sentito l’ingegnere di pista di Leclerc chiedere al pilota che pneumatici preferisse e già questo è un passo avanti, rimane però la, da me già lamentata, eccessiva sudditanza di Leclerc alle decisioni del muretto se è vero, come sembra, che il monegasco non avrebbe voluto rientrare per montare pneumatici freschi e tentare il giro veloce.

Detto ciò sulla gara, parlerei delle cervellotiche regole sportive vigenti in Formula Uno: faccio la pole ma parto quattordicesimo, chi non ha fatto la pole parte in pole, ma allora di chi è la pole? Boh…no, la pole è di chi ha fatto il giro di qualifica più veloce. Ah, va bene. E gli altri? Ben sette penalizzati che dovevano partire dal fondo e che però hanno fatto anche la Q2 e quelli che hanno passato il taglio addirittura la Q3.

Sembra un fumetto di Topolino con Fritticaldi e compagnia e invece è tutto vero. La regola va cambiata: chi deve partire in fondo dovrebbe poter disputare solo la Q1, anzi se ci fosse un unico penalizzato neppure quella, se ci sono più di cinque penalizzati, caso limite di sabato, al massimo la Q2, visto che avrebbe giustamente il diritto di disputarsi la posizione con gli altri penalizzati che hanno passato il taglio della Q1, sempre che non si arrivi ad avere più di dieci penalizzati, perché oramai qui tutto è possibile.

E pensare ad un altro sistema, anziché le penalizzazioni in griglia che creano solo una gran confusione, per esempio una penalizzazione in termini di punteggio? No probabilmente anche quella creerebbe confusione e allora diciamo chiaramente che è tutto il concetto di taglio alle spese che è completamente sbagliato: si dispone il divieto dei test per poi avere simulatori così sofisticati che probabilmente costano come venti giorni di test, si impone la regola di tre motori a stagione e per progettare e sviluppare un motore da corsa che duri quanto quello di una utilitaria si spende in ricerca e sviluppo quello che si spenderebbe costruendo venti motori.

Insomma è tutto un sistema folle ed incomprensibile. Ma ancora più incomprensibile è l’ottusità nel voler proseguire su questa linea restando completamente ciechi di fronte alla assurdità di tutto il complesso di regole. Intanto, sempre parlando di regole, abbiamo visto alcuni team fare prove di pit stop con un solo addetto per ruota il che lascia presagire, almeno qui, un cambio di procedura dei cambi gomme con una riduzione del numero degli addetti con conseguente innalzamento dei tempi.

Una regola che ridurrebbe il parossismo oggi troppo esasperato dei cambi gomme, anzi io auspicherei l’introduzione di un tempo minimo imposto, in modo da consentire ai meccanici di lavorare in tranquillità, ridurre i rischi (di meccanici feriti ne abbiamo visti diversi e non dovrebbero essere loro a rischiare ma solo i piloti) e magari di vedere gare non decise dalle soste.

Rodolfo Intelisano

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