FORMULA E, LE PAGELLE DEL 2021

Testo e foto MARCO FERRERO

 

 

Finita la prima stagione “mondiale” della Formula E è tempo di bilanci; una stagione agonisticamente bella ed equilibrata, dove se tra i piloti ha vinto uno di quelli più probabili, nelle case è giunta la sorpresa della vittoria di un team quasi al debutto. Nelle pagelle che seguono una sintesi di quanto, a giudizio del vostro cronista, l’annata ha fatto vedere.

Stagione 2021: 9 – si è tornati ai campionati 2019 e precedenti, quando solo l’ultima gara assegnava il titolo, quell’equilibrio che lo scorso anno, Da Costa stratosferico, era mancato; Torneremo a divertirci, purchè vi siano abbastanza squadre a partecipare (Audi, BMW, Envision e (pare) Mercedes sono partenti. Qualche appunto sul sistema degli accrediti, si può e si deve fare meglio.

Le pagelle sui piloti sono le seguenti:

De Vries: 8,5 – campione, meritatamente, ma non il migliore in assoluto, ha vinto con soli 4 risultati top su 15 gare, diciamo il “meno peggio” del lotto dei primi, il suo grande merito è stato quello di portare alla vittoria una vettura al debutto (o quasi) e di annichilire un compagno di squadra tanto celebrato che, ancora una volta, è rimasto nel “gruppo”.

Mortara: 9 – probabilmente il miglior pilota di questo 2021, 5 risultati “top” e tanta sfortuna all’ultima gara, che lo avrebbe molto probabilmente (e meritatamente) celebrato come campione, soprattutto considerato come la Venturi, apparsa migliorata rispetto allo scorso anno, non è una delle migliori vetture del lotto, ci ha veramente messo tanto del suo.

Dennis: 9 – la sorpresa dell’anno, due vittorie, una discreta costanza, forse può, a ragion veduta, rimpiangere le prime quattro gare della stagione nella quale non ha preso neppure un punto, ma forse neppure lui immaginava di trovarsi alla fine così in alto; da tenere d’occhio la prossima stagione, potrebbe essere uno dei protagonisti annunciati.

Evans: 8 – una bella stagione, nella quale sono mancate solo la vittoria ed un po’ di fortuna all’ultima, decisiva, gara, dove, chissà, avrebbe potuto fare il “colpaccio”; paga ancora una certa incostanza ed alcuni errori che un campione come lui non può permettersi, da tre anni è protagonista ma alla fine qualcosa manca sempre. Detto affettuosamente, è ora che il brutto anatroccolo si trasformi in cigno.

Frijns: 7 – da uno come lui, forse il più veloce, forse il più grintoso, forse il più entusiasmante da vedere, ci si aspetta qualcosa di più, anche considerato come il suo quasi sconosciuto compagno di squadra abbia realizzato solo 13 punti in meno di lui; buona stagione, specie se confrontata a quella disastrosa del 2020, ma quest’anno non si è giocato come avrebbe potuto e dovuto le sue chances per il titolo.

Di Grassi: 6,5 – anche poco assecondato dalla sua Audi, il brasiliano “salva” la stagione con le due vittorie in Messico e a Berlino; veramente poco, ma quanto basta per tenerlo in lizza per il titolo. Certamente non del tutto motivato lo si attende alla riprova del prossimo anno, dove certamente potrà ancora dire la sua.

Bird: 6,5 – il solito Bird, inizia bene la stagione poi, quando si tratta di dare la “zampata” decisiva, si perde ed inizia a collezionare battute a vuoto; merita una sufficienza piena per le due vittorie, ma senza di quelle il giudizio non sarebbe stato altrettanto positivo.

Da Costa: 6 – se si facesse il paragone con il 2020 il voto dovrebbe essere negativo, eppure il portoghese ha lottato (anche con un po’ di sfortuna – e con Lotterer), pur raccogliendo solo tre “top” risultati in tutta la stagione; per quanto ha fatto vedere avrebbe potuto raccogliere di più, non avrebbe, per quanto fatto vedere, meritato di bissare il titolo dello scorso anno.

Vandoorne: 5 – esce sonoramente bastonato dal confronto con il suo giovane compagno di squadra, in nove gare raccoglie 15 punti e certifica come non sia pilota su cui puntare per una vittoria assoluta; senza il secondo posto nell’ultima gara navigherebbe nelle retrovie della classifica.

Vergne: 5,5 – dal due volte campione si attendeva un’annata in lizza per la vittoria finale, che non è mai parsa essere alla sua portata; I tre “zero” in USA e Londra hanno influito su una stagione nella quale la stessa vettura non è parsa così competitiva come lo scorso anno; dato che I grandi raramente “steccano” tre annate consecutive ci aspettiamo il suo ritorno alla grande la prossima stagione.

Wehrlein: 7 – una buona annata, nella quale ha raccolto punti in più occasioni, dieci, di tutti gli altri (con Rast), un’annata regolare anche senza acuti particolari, peraltro non del tutto assecondato da una Porsche che è sembrata più competitiva nelle prove che nelle gare, senza dimenticare quando è stato penalizzato con una modalità che a molti è apparsa esageratamente eccessiva. Lo attendiamo alla riprova nel 2022.

Lynn: 7 – eravamo abituati a vederlo lottare per il penultimo posto, e l’inglese ha invece realizzato una più che buona stagione, raccogliendo anche un primo, un secondo ed un terzo posto; peccato che nelle prime cinque gare dell’anno non abbia quasi fatto punti, avrebbe potuto essere la sorpresa, con Dennis, dell’anno; ha sfruttato bene le potenzialità della Mahindra, apparsa in crescita rispetto alle ultime due stagioni.

Rast: 7 – come Wehrlein, ha realizzato una stagione regolare impreziosita da un secondo posto in Messico, senza troppi clamori ha dimostrato che in questa serie ci può stare, eccome, diciamo che un Audi in disarmo non era proprio il mezzo utile per imporsi, ma è piaciuto l’atteggiamento che il pilota ha sempre mostrato, da lottatore, senza darsi mai per vinto.

Rowland: 5 – la Nissan di quest’anno è stata inguardabile, ma anche lui ci ha messo del suo, spesso assente, apatico, svogliato, ha portato a casa due secondi posti ma non ha inciso sul campionato, il suo nome non è mai apparso alle cronache, forse le voci che lo davano in uscita dalla casa nipponica lo hanno disturbato; non è un fenomeno ma, al pari di altri, ci può stare, ma può e deve fare molto di più.

Cassidy: 6,5 – tutto sommato una stagione più che positiva, con due secondi posti conquistati, su una vettura che non è apparsa costante nelle prestazioni, il pilota si è adattato bene alla categoria, ha mostrato di saper far bene e merita un’altra chance, anche lui appare un pilota con ottime prospettive per il futuro,

Gunther: 4 – una delusione totale da quello che era atteso come uno dei protagonisti assoluti della stagione, in grado di puntare al titolo; una vittoria e basta, troppo poco considerato come il suo meno celebrato compagno di squadra abbia lottato sino all’ultimo per il titolo; non era questo il Gunther che ci attendevamo per il 2021.

Lotterer: 5,5 – il tedesco ha lottato, a volte anche in modo non del tutto “pulito”, dando tutto, come sempre, ma la sua Porsche non lo ha supportato a dovere, con il risultato che André ha ottenuto solo un secondo posto, non si sa come, in mezzo a otto gare senza punti; il voto premia l’impegno, del resto non ci sarebbe altro da salvare.

Sims: 4,5 – un pilota, oggettivamente, indecifrabile, tutti gli anni sembra possa fare il “salto di qualità” poi si perde, quest’anno sin dall’inizio non ha trovato il bandolo della matassa, finendo col fare, forse, la sua peggiore annata; per quanto ha fatto vedere la sua valutazione non può che essere decisamente negativa.

Nato: 5 – senza la vittoria nell’ultima gara, che gli porta almeno mezzo punto nella votazione, avrebbe fatto una trentina di punti, per giunta con una vettura con la quale il suo compagno di squadra si è giocato il titolo; non ha fatto vedere quasi nulla per tutto l’anno, dovrà, per forza, cercare di avere un altro passo la prossima stagione.

Muller: 4,5 – partito benino, ha inanellato dieci (!) zeri in altrettante gare, solo il suo compagno di squadra ha fatto altrettanto male, segno che la Dragon Penske di quest’anno era veramente una vettura nata male e sviluppata peggio; un peccato, il pilota è tutto sommato valido, e non merita di essere mortificato in questo modo.

Buemi: 4 – di stima, sia chiaro, in base ai risultati il voto dovrebbe essere dimezzato, per un pilota quarto la scorsa stagione e vice campione in quella precedente, la brutta (ma proprio brutta!) copia del campione che conosciamo, bastonato alla fine anche da un compagno di squadra che proprio un fenomeno non è! Da dimenticare subito questa stagione e da pensare alla prossima.

Sette Camara: 4 – due sole volte a punti in tutto l’anno, il peggiore del lotto, e non basta l’attenuante della vettura che era quel che era, questo, per quanto si è visto, non è pilota per questa categoria, necessario dargli un’altra opportunità, purchè lui ci metta del suo e sappia dimostrare di meritarsela.

Turvey: 6 – che la NIO sia una delle peggiori vetture di tutta la serie è noto, per cui i 13 punti di Turvey, che ad inizio campionato ha fatto vedere le cose migliori, suonano come un successo, anche considerato lo “zero” della scorsa stagione, quanto meno il pilota ha cercato di giocarsela e di lottare, per cui merita una sufficienza di incoraggiamento.

Blomqvist: 5,5 – il compagno di squadra di Turvey si è difeso con onore, portando a casa qualche punticino ma senza mai comparire nelle zone alte della classifica; non è un “top driver” ma un onesto gregario, uno per il quale difficile spellarsi le mani dagli applausi, ha fatto il suo compitino, ma non basta per dargli una sufficienza.

Questi invece i giudizi sui team:

Mercedes: 9 – al suo secondo anno la casa tedesca ha colto il successo, non stupiamoci più di tanto, la Mercedes dove ha partecipato ha sempre fatto risultato, ed il binomio con De Vries, se pur non irresistibile in assoluto, è apparso meritatamente vincente; la programmazione e lo sviluppo della vettura sono risultati quasi impeccabili, peccato solo, se confermato, lasceranno quando avrebbero potuto iniziare un ciclo.

Jaguar: 8,5 – stagione ottima, sarebbe stato bello vedere Evans cosa avrebbe fatto l’ultima gara, una vettura decisamente più “consistente“ di quella degli ultimi due anni, due piloti che hanno fatto entrambi bene ed un titolo che sarebbe tutto sommato stato meritato; la differenza di mezzo punto con la Mercedes sta nel fatto che il titolo lo hanno vinto loro.

DS Techeetah: 6,5 – benino ma non a livello di quanto ci si sarebbe attesi; dopo il dominio dello scorso anno si pensava ad una DS certamente più competitiva ed in grado di mettere Vergne e Da Costa in lotta per il titolo, magari con una lotta fratricida, mentre la vettura francese è apparsa per buona parte della stagione incomprensibilmente altalenante nelle sue prestazioni.

Envision: 7 – certamente molto meglio dello scorso anno (per la verità non ci voleva molto), e si è visto, stante che Frijns sino alla fine è rimasto in lotta per il titolo, mancando l’appuntamento con piazzamenti a punti però in tre delle ultime quattro gare ; rimane comunque una stagione più che positiva, peccato solo che alla fine del prossimo anno dovranno cambiare powertrain (attualmente Audi), con tutte le incognite del caso.

Audi: 5,5 – non facciamoci ingannare dai punti, a parte le due vittorie di Di Grassi ed un secondo posto di Rast nel 2021 Audi, che lascia la Formula E, ha fatto veramente vedere ben poco, troppo poco, chiudendo la sua storia nella serie in modo abbastanza anonimo, salvata unicamente dalla bravura e dalla classe dei suoi alfieri.

BMW: 5 – l’altra casa in uscita può, forse, rimpiangere l’approccio di inizio anno “molle“ a questa sua ultima stagione che, magari, non ha concesso a Dennis di vincere il titolo, un peccato, soprattutto per il pilota, perchè nel prosecuio della stagione si è visto che avrebbero potuto giocarsela con gli altri (10 ottimi piazzamenti in 11 gare).

Venturi: 9,5 – pur se Venturi utilizzava la powertrain Mercedes, la casa monegasca è la vera sorpresa della stagione, e Mortara si è giocato il titolo sino all’ultima, sfortunata, gara; è il team che ha fatto l’upgrade più significativo, anche considerato come non si tratti di un colosso ma di un team quasi “familiare”, l’augurio è che si ripetano, magari con più fortuna, anche la prossima stagione. Chapeau!

Porsche: 5 – la delusione dell’anno, dalla casa tedesca ci si attendeva una stagione diversa, abbastanza bene, o bene, nelle qualifiche, abbastanza male, o male, in gara, con Lotterer e Wehrlein impossibilitati ad esprimere il loro potenziale e costantemente in difficoltà; progetto da rivedere in prospettiva della prossima stagione.

Mahindra: 5,5 – ha corso, di fatto, con un solo pilota (Lynn), mentre l’altro (Sims) di fatto non si è visto, per giunta non è un top team per cui il piazzamento finale, nonostante le ambizioni alla partenza, rispecchia l’andamento di una stagione globalmente non soddisfacente; la casa indiana necessita di un secondo pilota “importante” o di esperienza per sviluppare al meglio la vettura.

Nissan: 4 – il voto è volutamente “generoso” in considerazione di quanto fatto le precedenti due annate; peggio di così difficile pensare che si possa fare, con i piloti cha si sono trovati costantemente ad annaspare nelle retrovie o tra mille difficoltà; evidente che non si sia trovata un’alternativa al “doppio motore” (poi vietato), necessario provvedere in fretta per recuperare il terreno perso.

Dragon: 3 – difficile fare peggio della Nissan? No, la Dragon c’è riuscita, e benissimo (o malissimo se si preferisce), una vettura che ha fatto solo due gare bene, per poi sparire nell’anonimato, con i suoi piloti che non sono mai stati menzionati in positivo e che non hanno mai messo il naso non solo nelle parti alte della classifica ma anche nelle immediate vicinanze.

NIO: 5,5 – rispetto allo scorso anno (zero punti) una stagione, specie all’inizio, incoraggiante, con due piloti, certamente non dei fenomeni, che si sono barcamenati per cercare di mettersi in evidenza; la stagione, pur incoraggiante in visione della prossima stagione, non può essere giudicata del tutto positivamente, ma l’augurio è che il prossimo anno il trend di miglioramento sia confermato.

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