FORMULA E, CHI DOPO EVANS?

testo e foto MARCO FERRERO

 

Dopo il Cile è toccato al Messico, una tappa che ormai può definirsi un “classico” per la categoria, ospitare il quarto gran premio della sesta stagione del ABB Formula E Championship, su un tracciato, quello derivato dal circuito dedicato ai fratelli Pedro e Ricardo Rodriguez, sul quale quest’anno sono state apportate alcune modifiche nel suo layout dopo le prime due curve seguenti lo start.

Il tracciato messicano, intitolato ai fratelli Rodriguez, ha sorriso al neozelandese Mitch Evans, che ha portato al successo, dopo la consueta gara appassionante e ricca di colpi di scienza, la sua Jaguar, davanti a Antonio Felix Da Costa su DS Techeetah e Sebastien Buemi su Nissan; a monte del risultato, la gara messicana ha proposto alcuni spunti di riflessione sui quali opportuno soffermarsi.

Come sempre la categoria presenta un equilibrio ed un’imprevedibilità che anche quest’anno porterà incertezza per l’attribuzione del titolo sino all’ultima prova, a maggior ragione considerando che anche le new entries Mercedes e Porsche si sono inserite tra il novero delle protagoniste; pur se con alterne fortune, i piloti delle due case tedesche si inseriscono costantemente, in prova o in gara, tra le posizioni di vertice, e c’è da ritenere che presto potranno giungere ad una vittoria.

Tra i team, quelli che costantemente veleggiano tra i protagonisti sono sempre gli stessi: DS Techeetah, che sta consolidando la sua regolarità e consistenza, Audi (e soprattutto Envision che usa la stessa tecnologia), BMW, con Nissan e Jaguar in crescita; da riflettere sul caso che tutte le case tedesche siano protagoniste, forse non un caso ed un segno che in Germania si stia lavorando molto, e bene, in questo verso.

Difficile dire chi stia meglio in questo momento del campionato; per quanto visto in Messico Jaguar (da tempo non si vedeva un pilota che al via fuggiva via e gareggiava in solitaria) ed Envision sembrano essere le più veloci, ma in questo tipo di campionato sono importanti costanza, consistenza e regolarità nei risultati, che ancora nessuno ha evidenziato; una valutazione più puntuale, in proiezione del risultato finale, si potrà eseguire dopo la gara di Seoul, in Korea, a due terzi del campionato.

Per quanto relativo ai piloti, non si può, dopo le prime quattro prove del campionato, che ribadire buona parte dei giudizi espressi in tempi non sospetti; singoli episodi a parte, Antonio Felix Da Costa pare il pilota più consistente, ed il 2020 potrebbe essere l’anno buono del portoghese. La sorpresa al momento è Alexander Sims; l’inglese, senza più un compagno “scomodo” come Da Costa, pare avere trovato una sua dimensione, e la grande rimonta del fine settimana lo sta rivalutando.

Un accenno sui due piloti Envision: Sam Bird ha buttato alle ortiche un secondo, o al massimo terzo, posto che sarebbe equivalso a punti pesantissimi per la classifica, che gli si augura di non dover rimpiangere, mentre Frijns ha palesato la sua consueta irruenza ed aggressività; due piloti forti, ma poco regolari e calcolatori, due campioni che rischiano di rimanere a “bocca asciutta” a fine campionato.

Al momento Evans è al comando, e tra i “big” solo Di Grassi sta facendo punti, mentre Buemi e Vergne sono in ritardo; Vandoorne è partito bene ed è atteso ad una riconferma già a partire dalla gara marocchina. Per carità, il campionato è lungo ed i campioni, soprattutto grazie alla loro esperienza, verranno fuori alla distanza, anche perché un dominatore, come nelle scorse stagioni, non c’è e non ci può essere.
Tra quindici giorni, si può starne certi, ci sarà un nuovo ribaltone, staremo a vedere di chi sarà l’ora.

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