F.1 GP Giappone, Ferrari manca la lucidità ai box

A volersela cavare con una battuta, per Vettel l’unico modo per stare davanti ad Hamilton è quando deve farsi doppiare… Scherzi a parte, vedere come un potenziale tecnico enorme, messo in campo dalla Ferrari quest’anno, si stia volatilizzando per errori e scelte sbagliate fa davvero pensare. Non tanto per Hamilton, che in Giappone ha segnato la sua pole numero 80, roba da paura a ben guardare, quanto per il fatto che nel momento in cui serve lucidità e freddezza, alla Ferrari vanno in bambola. Far scendere in pista, asciutta, i due piloti con le gomme intermedie quando le Mercedes fanno il primo tentativo con le slick, fa capire che gli azzardi vanno fatti quando sei disperato e se questa mossa è il frutto della disperazione, allora meglio stare a casa e dare il mondiale ai rivali con tanto di ringraziamenti.

 

Perché al netto della classifica, e volendo giocare coi se e coi ma, Vettel finora ha sprecato 64 punti contro Hamilton (fra quelli persi e quelli fatti guadagnare al rivale). Ovvero, oggi la Ferrari al netto degli svarioni, sarebbe davanti di 14 punti invece che inseguire a meno 50 a cinque gare dalla fine. E per tutta risposta cosa fanno? Sbagliano clamorosamente la scelta delle gomme su pista asciutta. Certo, dopo siamo tutti bravi a criticare, magari in quel momento la Ferrari aveva la certezza che la pioggia avrebbe dato una mano e visto che Mercedes era in pista con le slick, immaginate se fosse davvero piovuto coi crucchi in affanno in quelle condizioni? Invece no. Loro le azzeccano tutte, noi le sbagliamo tutte.

 

Fa male perché lo sforzo tecnico di Binotto e del suo staff è stato universalmente riconosciuto e quindi, anche se Vettel dice “E’ stata una scelta condivisa, non decide mai uno solo” facendo da scudo alle critiche al team e prendendosi le responsabilità, la realtà dice che nelle ultime due gare (e con questa fanno tre) la Ferrari ha perso qualcosa per strada. Sarà la serenità di gruppo? Saranno le difficoltà di messa a punto della macchina? Sarà quel famoso sensore della FIA sulle batterie? Ma se è così allora vuol dire che rientrando nei ranghi qualcosa di anomalo c’era davvero. Invece siamo certi che si tratti solo di errori di messa a punto, in un mondiale dove basta poco per sbagliare, non aver imbroccato la scelta giusta porta a dover inseguire. E questo è un peccato, perché sarebbe stato meglio star davanti a controllare. A meno che la Ferrari non abbia paura di vincere. Ovvero ritrovare quella mentalità vincente che si fa fatica a costruire più di una macchina competitiva. Se manca quella, puoi avere anche un missile che il risultato non cambia. Incrociamo le dita, la gara è un’altra cosa. Partire 9 (con Raikkonen quarto) per Vettel non sarà facile, ma la corsa è sempre piena di imprevisti e quindi, mai mollare.

AUTOMOTO.IT

 

 

 

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