ENDURANCE LEGENDS, SEMPRE ATTUALI

 

Quindici, venti anni, a seconda di quale sia il punto di riferimento od i parametri che si vogliono considerare possono, estremizzando concettualmente il discorso, essere un’enormità od un lasso di tempo brevissimo; in tutti gli ambiti si potrebbero sprecare esempi su quanto tanto, o poco, possa essere accaduto in un periodo che, tutto sommato, rappresenta una porzione di tempo decisamente contenuta presa nel suo valore assoluto.

 

Il concetto, quasi paradossalmente, mantiene intatta la sua validità anche in ambito automobilistico sportivo laddove, a seconda della tipologia di vetture o di competizioni, tale lasso di tempo può aver presentato allo stesso modo situazioni in cui le evoluzioni sono state più o meno significativamente evidenti.

 

Tra le categorie che il Masters Historic Motors Cup ha presentato al Paul Ricard, quella dell’Aston Martin Masters Endurance Legends, riservata a prototipi le cui annate sono comprese tra il 1995 ed il 2012, è quella che, per ragioni temporali abbastanza ovvie ha, con una semplificazione basata su una valutazione soprattutto “visiva”, evidenziato le differenze minori con le attuali vetture di classe LMP2 o LMP3 che si vedono attualmente in gara.

 

 

Per carità, non che negli ultimi dieci anni le vetture prototipo che caratterizzano le classi su citate, che si ammirano nella European Le Mans Series, non abbiano usufruito di importanti evoluzioni tecniche ed aerodinamiche, ma quanto meno sotto un aspetto “estetico” la somiglianza risulta abbastanza marcata; quello che purtroppo invece può essere rimarcato è che, anche in questa categoria di vetture, si è assistito nel tempo ad un “impoverimento” del numero di case ufficiali partecipanti.

 

Scorrendo la lista dei partecipanti e con uno sguardo attento al tracciato si sono comunque potute notare alcune splendide “perle” di qualche anno fa che, per quanto percepibile, e soprattutto riscontrabile dai tempi sul giro, hanno dimostrato di essere ancora assolutamente veloci e competitive; mescolate tra alcune Oreca del 2012 impossibile non notare, nella livrea nera che ha caratterizzato le Formula 1 degli anni ’70, una Lotus Lola del 2011, piuttosto che una Peugeot 90X del 2011 ed una rarissima (e splendida) MG Lola del 2004.

 

L’Aston Martin, che “titola” questa serie, e che per “ospitalità” aveva il dovere di fare gli onori del buon padrone di casa, non ha certamente sfigurato, sia quantitativamente che qualitativamente, presentandosi con un prototipo DBR1 del 2009 e, veramente una rarità, con un esemplare di quella AMR1 realizzata nel 1989 per partecipare al Campionato Mondiale Prototipi.

 

Vera a propria “ospite d’onore”, questa “invitata” (in quanto fuori dalle annate di riferimento) ha come facilmente immaginabile suscitato grandissima ammirazione; vettura che, più longeva delle altre, ha rappresentato l’eccezione al fatto che tutte le auto in pista fossero molto simili alle attuali, con una linea, si perdoni la grossolana semplificazione, più “retrò”, senza l’ala verticale posteriore e le numerose appendici aerodinamiche, e con forme più “pulite” ed una configurazione del muso che vagamente riportava alla memoria quello della Ferrari 512M del 1970.

 

 

Come nelle gare titolate, e come storicamente si è visto sin dagli anni ’70, anche in questo caso presenti alcune vetture o categorie di “contorno”; oltre a due Pilbeam (datate 2001 e 2005), non mancavano alcune vetture della categoria Gran Turismo; a parte l’immancabile Porsche, un “classico” in tutte le manifestazioni motoristiche sportive, ed alcune Aston Martin Vantage e DBR9, c’è stata l’occasione di rivedere una Ultima GTR del 1996.

 

Il dubbio, quasi amletico, rimane: quanto questi ultimi 15-20 anni hanno cambiato le vetture delle gare Endurance? Se ci si limita alla pura estetica apparentemente poco, certamente molto di più sotto quell’aspetto tecnico celato dalle carrozzerie o nascosto all’intermo dei propulsori stessi. Forse, in fondo, il dubbio è frutto solo di una disquisizione più che altro “filosofica”; tutto sommato, chi prende posto sulle tribune tutte queste domande o questi dubbi non se li pone, e rivolge la sua attenzione allo spettacolo che la pista, con i suoi protagonisti, piloti e vetture, poco importa se del passato o del presente, sa regalare…

 

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