L’INVIATO SUL DIVANO In Cina bandiera rossa non trionferà

Siamo arrivati in Cina con i Cavallini ancora appesi ai balconi e i frigoriferi di tutti i ferraristi pieni di bottiglie di spumante pronte ad essere stappate domenica mattina. I presupposti per un’altra domenica all’insegna dei festeggiamenti Rossi sembravano esserci tutti perché nonostante un venerdì in mano alla Mercedes, il sabato ci ha mostrato un altro strapotere rosso con due Ferrari di nuovo in prima fila; una pole fantastica di Vettel ed un secondo posto strepitoso di Raikkonen. “È fatta, la Mercedes è ufficialmente in crisi, è finita la sua era di dominio…finalmente questo è il nostro anno”.
Questo il pensiero di tutti i tifosi al termine delle qualifiche, inutile negarlo. Ma la storia insegna che la formula uno non ha regole scritte e tutto ciò che sulla carta sembra sicuro si può ribaltare in una secondo. Doveva essere una doppietta rossa e ci ritroviamo invece un terzo ed un ottavo posto; risultato abbastanza deludente.
Vettel parte bene ma stringe troppo Kimi costringendolo ad alzare il piede. Mossa che si poteva evitare, siamo alla terza gara, non all’ultima, certe manovre non sono necessarie soprattutto se il risultato è un boomerang dal momento che costringendo il tuo compagno ad alzare il piede, lasci che la Mercedes di Bottas prenda la seconda posizione. Sono piloti e quando scatta il verde spengono la testa, va bene, ma nonostante i tentativi sciocchi della regia di far passare la scelta di Vettel come tecnica e non come furbata, questa manovra in ottica gara e in ottica campionato si poteva evitare. Se Bottas non si fosse preso la seconda posizione regalata dalla lotta tra le due rosse, di sicuro non avrebbe potuto fare quel fantastico undercut. E forse adesso saremmo a festeggiare la terza vittoria, non una pseudo sconfitta. Perché va bene incolpare Verstappen per l’incidente con Vettel, va bene accusarlo di essere il solito Caterpillar che quando vede rosso non capisce più nulla.. ma non va bene dare a lui la colpa della vittoria mancata di Vettel.
Il tedesco ha perso la gara quando ha subito l’undercut di Bottas, non quando Max l’ha centrato. Stratosferico il finlandese in questo frangente, recupera quasi quattro secondi e si mette davanti al tedesco in prima posizione sotto gli occhi increduli di tutti e le voci basite della regia. Come ci sia riuscito ha dell’incredibile, ma sta di fatto che è in quel momento che Vettel ha perso la gara, se vogliamo essere obiettivi, anche da tifosi. Che poi la fortuna e la sfortuna ci abbiano messo lo zampino ci può stare ma inutile attaccarsi a questo anche perché chi di safety car ferisce, di safety car perisce. In Cina la stessa cosa ha fatto la Red Bull, facendo una gara stupenda, azzardando con due doppi pit stop consecutivi da brivido, azzeccando una strategia vincente e soprattutto dando spettacolo con un Ricciardo semplicemente fenomenale che ha sorpassato qualunque forma vivente e non in pista. Una vittoria stra meritata quella dell’australiano, nulla da dire se non da applaudire. Un talento purtroppo poco valorizzato dalla squadra austriaca, che ha scelto di puntare tutto su Verstappen, ma che lascia proprio per questo la speranza di vederlo presto vestito di rosso. Ricciardo ci piace, è veloce, è costante, è sempre positivo ed ha un sorriso per tutto e per tutti…magari non accadrà mai, ma da appassionati lasciateci sperare che arrivi presto a Maranello. E ringraziamo che dalla cabina abbiamo avuto per la prima volta Villeneuve al posto di Gene, giusto per goderci per una volta una telecronaca obiettiva ed imparziale. Jacques non ha peli sulla lingua, può piacere o meno quello che dice, ma ci ha raccontato un gp esultando e criticando senza far caso al colore della tuta. Bravo Jaques, così ci piace la f1. Obiettiva.
Il podio cinese sa di rivalsa, gli eterni secondi e gli eterni sacrificati si sono presi una piccola rivincita sui loro compagni e non può che piacerci. Per la serie “qualche volta una gioia anche per i gregari”. Saga a cui qui in Cina ha partecipato anche il samurai Alonso, perché non lo ammetterà mai, ma superare a pochi giri dalla fine la macchina di Vettel compromessa dall’incidente con Verstappen è stato un piccolo momento di gloria per un guerriero come lui. Avrà anche fatto un sorpasso con il coltello tra i denti, ma aver scelto di farlo in curva e non sul rettilineo con il drs dove avrebbe avuto vita semplice può essere visto come aggressivo da chi vede solo rosso, ma denota semplicemente la voglia di combattere e la natura da guerriero che un campione come lui continua ad avere nonostante tutto.
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