Formula 1, dall’Alfa alla Rossa è finito il letargo

Il letargo è finito, come giovani marmotte anche le squadre di F.1 mettono fuori il capolino dai garage e assaporano l’aria della primavera che verrà e che le vedrà al via della prima gara del mondiale, in Australia, il prossimo 25 marzo. La giornata di ieri, in questa settimana di lanci e presentazioni, assume un valore speciale perché segna il ritorno in primo piano di un nome storico delle corse: Alfa Romeo. Per ora l’abbinata con la Sauber, piccola scuderia svizzera dal passato interessante, assume i contorni di una operazione commerciale. Ovvero far circolare il nome Alfa Romeo nel mondo, abbinandolo alla massima espressione dello sport a motore, ma un domani fa supporre grandi cambiamenti e investimenti, diretti a far sì che Alfa Romeo non sia solo uno sponsor ma anche e soprattutto quel grande costruttore del passato, vincitore dei primi due titoli mondiali di F.1 e con le cui monoposto partì l’avventura di Enzo Ferrari.
“Abbiamo grandi progetti per Alfa Romeo – disse il presidente Marchionne prima di Natale – perché è un nome storico delle corse e perché lo spirito sportivo Alfa Romeo deve tornare a primeggiare nel mondo”. Per ora l’accordo si limita alla fornitura dei motori Ferrari e alla sponsorizzazione della squadra svizzera. In futuro Alfa Romeo Sauber diventerà la scuola per formare ingegneri e piloti nel nome Alfa Romeo e creare una continuità tecnica col passato.
Come detto è una settimana importante perché in questi dieci giorni di fuoco stanno uscendo allo scoperto tutti i protagonisti del mondiale. Lunedì la Red Bull oltre a presentare la nuova macchina ha pure fatto una serie di giri in pista a Silverstone con Ricciardo e da quello che si è visto, la monoposto dipinta di blu coi motori Renault potrebbe essere la grande protagonista del mondiale insieme a Mercedes, che vuole confermarsi, ma sopratutto Ferrari. Per vedere la nuova rossa dovremo aspettare il 22 febbraio, insieme alla Mercedes. Le voci che giungono da Maranello fanno sperare. Il motore al banco ha dato grandi risultati, più resistente e più potente di quello dell’anno scorso. La struttura tecnica si è rafforzata, tanto che Maurizio Arrivabene, vero elemento d’unione del team, e Mattia Binotto hanno spostato un po’ di tecnici da un settore all’altro. Quando si curano i particolari così è segno che il grosso è fatto e si limano i dettagli. Quelli che servono per vincere il mondiale 2018.
I piloti Vettel e Raikkonen sono carichi, consci di avere uno staff di primo piano, una macchina vincente perché l’anno scorso si è capito subito che la Ferrari aveva lavorato benissimo. La prova? Le monoposto presentate finora per la stagione 2018 hanno copiato a mani basse dalla Ferrari dell’anno scorso, segno che Maranello ha ritrovato la guida tecnica che vantava anni fa all’epoca del dominio di Schumacher. E proprio grazie a questo rinnovato entusiasmo tecnico, a un motore più potente (mentre pare che Mercedes abbia avuto incrementi inferiori al banco rispetto alla Ferrari) che Alfa Romeo Sauber potrà fare belle cose. Il propulsore, infatti, è identico a quello Ferrari, ovvero ha almeno 200 CV in più rispetto a quello del 2016 che usava la vecchia Sauber. Un motivo in più per tifare Charles Leclerc, il debuttante campione del mondo di F.2, prodotto della FDA, la scuola dei campioni Ferrari, e dell’esperto Markus Ericson mentre si aspettano news riguardo Antonio Giovinazzi, che da terzo pilota Ferrari potrebbe essere di supporto alla Sauber. Ecco, il mondiale F.1 non è ancora partito, ma il segno Ferrari e la novità Alfa Romeo (cui potrebbe aggiungersi Maserati nel 2019 se va in porto l’accordo con la Haas-Ferrari) sono sufficienti a dare quella spinta e quell’entusiasmo a un mondiale in cerca di autore. Un campionato in cui mancano all’appello la McLaren Renault, con Alonso che (unico) si dividerà fra F.1 e mondiale prototipi con la Toyota come facevano i piloti anni 70, e la Renault che vuole tornare ai fasti del passato, di quando vinceva i mondiali a ripetizione a metà anni 90.
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