Emissioni Auto. Fiat nel mirino: procedura Ue contro l’Italia

L’accusa: misure insufficienti per il controllo delle emissioni nocive. Il ministro Delrio ribadisce: nessuna irregolarità. Ma ora ha due mesi per rispondere. Il tormentone continua. La Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato adempimento, da parte di Fiat-Chrysler, degli obblighi di adeguamento alla normativa comunitaria in materia di omologazione degli autoveicoli, in particolare riguardo alle emissioni. Non sono bastate le rassicurazioni fornite dal Ministro dei Trasporti, Delrio.
E nemmeno la sua richiesta – in verità motivata dai passi compiuti in questi ultimi mesi – di rinviare la formalizzazione di quella che di fatto è una pesante accusa.Cosa è accaduto. La questione non è nuova, è molto tecnica e parecchio complessa, ma nel mirino sono sempre i tanto discussi motori a gasolio, sotto accusa da quando il “dieselgate” ne ha praticamente decretato la prossima lenta ma inevitabile fine. Qui lo scandalo che ha coinvolto la Vokswagen non c’entra direttamente, ma tutto parte dalle accuse mosse dal governo tedesco agli altri costruttori, e a Fca in particolare, quasi a voler dimostrare – sinora senza prova alcuna però – che nessuno è senza peccato. Riaprendo una vicenda che pareva chiusa, Bruxelles ora chiede ulteriori chiarimenti riguardo al propulsore 2.0 turbodiesel della Fiat 500X che avrebbe una centralina tarata in modo da far registrare emissioni inquinanti oltre i limiti consentiti solo al di sopra di una certa temperatura, mentre i test di omologazione vengono effettuati al di sotto di quella temperatura. Solo un sistema per tutelare l’integrita del motore, ha sempre sostenuto Fca, e anche il Ministero italiano cui spetta l’omologazione dei motori, e che ha sempre ottenuto ragione anche al termine di una mediazione tra Roma e Berlino, anche alla presenza dei funzionari della Ue.
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