L’INVIATO SUL DIVANO/ Quando i sogni si avverano

Il gran premio di Spagna, Circuito di Montmelò e da sempre considerato il “primo giro di boa” del mondiale, visto che storicamente porta con sé i primi sviluppi e le prime modifiche importanti delle monoposto.
Chi si aspettava rivoluzioni in campo sarà rimasto deluso; la Mercedes ha portato il famoso aggiornamento mostrandosi più “guidabile” e dimostrando un miglioramento dell’uso dei pneumatici, la Ferrari ha apportato qualche modifica e la RedBull in qualifica è riuscita e ridurre il gap dei primi due mostri in qualifica, ma di rivoluzionario abbiamo visto ben poco; la situazione è rimasta abbastanza stabile e simile a quella delle precedenti gare. Il che farebbe pensare ad un weekend abbastanza tranquillo, tu pensi, finché non scatta il semaforo verde delle qualifiche che iniziano con un Vettel sereno e sorridente che mentre si lancia ringrazia alla radio tutta la squadra per l’immenso e straordinario lavoro svolto nella mattinata (visto che i ragazzi eroici di Maranello hanno cambiato il turbo in meno di 2 ore, quando di solito ne servono almeno 3) e un pacato Adami che risponde con un inquietante “stop the car”.
Il gelo scende sul mio divano e il panico invade la cabina di telecronaca con Vanzini e Genè increduli e privi di parole alla ricerca disperata di rosari e acqua santa. Bene, se Vettel si fosse fermato forse la qualifiche si sarebbero chiuse li, ma, colpo di scena, il tedesco dopo aver chiesto se fossero sicuri o se fossero ancora sotto l’effetto della sangria, se ne rimane in pista fregandosene dello “stop the car”; e vista la seconda posizione agguantata con un distacco di solo 51 millesimi da Hamilton, autore della pole, direi che la scelta ha pagato eccome. Vettel è rimasto fuori, la macchina per magia si è sistemata ed ha ottenuto un fantastico 2° posto; Un genio! Ma se rimanendo fuori avesse fatto più danni, comportando magari ulteriori modifiche o interventi che avrebbero portato magari a penalizzazioni in gara di colpo sarebbe stato uno “scemo”!?
In F.1 capita di dover prendere decisioni in frazioni di secondo e questo comporta fare scelte che a volte vanno bene e a volte no, non che i piloti sono scemi e poi geni e poi di nuovo scemi. E questo è per informazione gratuita ai saltatori di carri che in base al risultato della domenica tirano fuori passioni, bandiere, complimenti o insulti ad hoc! Vettel è stato bravo. E fortunato. Nulla da togliere e nulla da aggiungere. La verità è che quando il team radio viene trasmesso in onda è passato del tempo da quando è stata detta la frase, nello stesso tempo vengono prese decisioni che non vengono mandate in onda, quindi diffidate sempre dalla veridicità dei messaggi etc etc… Vanzini (con tutto il rispetto e la simpatia che si può avere per lui) che la tocca piano sostenendo che FORSE, CHISSA’..se anche Alonso avesse fatto come Vettel nella famosa e tragica gara di Abu Dhabi, magari quel mondiale lo avrebbe vinto (che con i sottotitoli significa “Vedi Alonso se tu fossi bravo ed intelligente come Vettel avresti fatto come lui e avresti vinto”) non si può sentire! Situazioni assolutamente diverse, condizioni che non c’entrano niente con quanto accaduto qui in Spagna e persone diverse. Paragone talmente fuori luogo, pure per noi comuni appassionati da casa, da far arrivare addirittura Chinchero in risposta , che in modo molto garbato sottolinea la sciocchezza di questa teoria aliena . Chinchero for President!!!
Un weekend tranquillo e normale, dicevo appunto prima, ma dopo “l’infarto dello stop the car” arriva il miracolo Alonso in Q3: e non solo in Q3, ma pure 7°. Roba che potrebbe essere vista come segno dell’imminente fine del mondo, o semplicemente come la dimostrazione che la grinta la passione e il talento a volte sono più forti di una carriola senza ruote. Dopo le qualifiche, bellissime e ricche di colpi di scena, una gara a dir poco spettacolare. Una lotta in pista come non si vedeva da anni tra Vettel e Hamilton da cardiopalma. E poco importa che alla fine la vittoria, strameritata, sia andata a Lewis, quando in cambio ti regalano una gara così. Volevano il ruota a ruota, lo chiedevano dalla prima gara, beh l’hanno avuto in tutti sensi ed è stato stupendo così. Un Ricciardo di nuovo sul podio, anche se per largo merito delle sfortune altrui ad essere sinceri; un Perez ed Ocon a punti, un Wehrlein bravissimo 7° (roba da sbancare il botteghino delle scommesse), e ancora una volta un ottimo Sainz. Che dire, La F.1 è tornata a quanto pare! Quella bella, quella combattuta, quella delle battaglie in pista oltre che nei pc degli ingegneri, quella fatta dai piloti, quella dei sorpassi con mezza macchina sull’erba a 320 km/h e delle “spallate” che ti portano via la vernice delle gomme. Quella che piace noi e che ti tiene incollata per 66 giri al televisore perché se ti perdi anche solo 10 secondi può cambiare un podio.
Ma senza nulla togliere a quanto accaduto in pista in tutto il weekend, da appassionata, posso dire che oggi il vero vincitore è Liberty Media.
Per la prima volta dopo tanti, troppi anni, la F.1 sta tornando dai tifosi. Tutto il weekend ha visto iniziative e spazi dedicati ai tifosi, dalle interviste della pole fatte in pista davanti al pubblico, ai concorsi per vincere biglietti o accessi a zone di solito off limits; dalle magliette lanciate con pistoloni stile film di fantascienza, al bambino che piangeva per l’uscita del suo idolo Raikkonen, seduto in una normalissima tribuna, che in pochi minuti è stato individuato, prelevato con la mamma e il papà e fatto entrare nel paddock per essere portato nel motorhome della Ferrari dove ad attenderlo c’era proprio lo stesso Raikkonen. Gli americani, a dire di tanti, guardano solo allo spettacolo e sono scenografici ed esagerati, beh, ben venga lo spettacolo e l’essere scenografici se questo aiuta chi ama questo sport a viverlo un pochino più da vicino. Un bambino ha visto un sogno impossibile realizzarsi. E per quanto possa essere spettacolare una gara, o una qualifica, non c’è niente di più speciale di una passione che oltre a permetterti di vedere cose emozionanti, ti dia finalmente la possibilità di viverle dal vivo. L’amore per uno sport, o le passioni in generale, forse non sono la cosa più importante della vita, ma di sicuro aiutano a viverla meglio e di sicuro ci regalano qualche momento di felicità. Come il sorriso del piccolo Thomas. Quindi, per ora, grazie Liberty Media.
#F1 #GPSpagna #RMCMotori #PaoloCiccarone
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