INDY 500/ Parla l’ingegner Giampaolo Dallara

L’argomento del giorno? Il debutto a Indianapolis di Fernando Alonso con una Dallara Honda coi colori McLaren. A parlarne, in un hotel di Milano, l’ingegner Giampaolo Dallara con Mark Miles, Presidente della Hulman, la società che gestisce il campionato. L’evento, nato per promuovere la classica 500 Miglia che si disputerà il prossimo 28 maggio, è finito per fare il punto su Alonso e sulla realtà Dallara negli USA. “Intanto diciamo che mi ha stupito l’approccio di Alonso – ha detto l’ingegner Dallara – è venuto da noi a Varano, c’è rimasto quasi una settimana, ha messo a punto il simulatore, ha sistemato delle cose e si è impegnato. In mezz’ora aveva già settato tutto e ha cominciato a girare per capire cosa doveva affrontare in pista. Solo il primo giorno ha percorso più di 200 giri, che è la distanza della corsa. A Indy dovrà imparare tante cose, la prima che le gomme posteriori hanno un diametro diverso, una grossa e una più piccola, per svoltare nelle curve a sinistra e in rettilineo dovrà tenere il volante storto per compensare il disallineamento. E poi dovrà imparare a stare nella scia degli altri piloti. Ma ho visto che è coscienzioso, attento, preparato e molto motivato. Poi a vincere intervengono tanti fattori, dalla fortuna, alla strategia. Di sicuro a Indianapolis non conta la partenza quanto gli ultimi 20 giri di gara”.
Lei ormai è alla ventesima apparizione a questa classica mondiale, le sue auto l’hanno vinta 16 volte, cosa può dirci? “Da dire poco, perché è un evento che va vissuto, sentito, odorato se permettete. Con 400 mila persone assiepate lungo il catino, i barbecue i palloncini colorati che volano in cielo, la banda, l’inno nazionale cantato in coro, le 33 auto che sfilano via a oltre 360 km/h di media. E’ davvero unico. Ricordo la prima volta che le mie auto, nel 1997, le lotte contro la GForce, un anno vincevano loro, un anno noi. Le batoste e le vittorie, abbiamo imparato molto, messo a frutto le nostre esperienze e competenze. Certo, ora con Alonso a Indianapolis è tornata di colpo la popolarità per questa gara e la cosa fa piacere”.
Non solo Indy per la Dallara ma un panorama completo di monoposto e vetture sport, compresa la Haas F.1, ma limitandoci all’asse Varano-Maranello, c’è il suo zampino nella risurrezione Ferrari? “Ma no, ma no. Sono stati incredibili perché hanno fatto in un anno un passo in avanti tale che non avrei sognato, hanno recuperato lo svantaggio e anzi sono davanti loro. Davvero eccezionale, la cosa fa solo piacere e fa bene al mondo dello sport”. Vincerà Alonso a Indianapolis? “Me lo auguro, potrebbe farcela, sarebbe bellissimo per lui. Ma sono tanti i fattori in gioco che diventa difficile fare un pronostico, a Indy può accadere di tutto”. Non solo Varano, ma anche Indianapolis.
A sinistra l’ingegner Dallara con Mark Miles
La realtà industriale della Dallara Automobili ormai ha una testa pensante anche negli Stati Uniti, in una nuova e modernissima sede che si affaccia proprio sul famoso ovale: “Abbiamo lo stesso simulatore che abbiamo a Varano, a volte facciamo anche prove in contemporanea per verificare certe idee o sviluppare progetti. La sede di Varano è quella che produce di più ed è centrale nei nostri progetti, ma avere due teste oggi aiuta. Diciamo che è la nostra antenna tecnologica negli USA, là dove portiamo avanti progetti e idee nuove, ma il cuore è e resta Varano, su questo non c’è dubbio”. Tutti sanno che Donald Trump è il presidente degli Stati Uniti, ma lei è il Re visti i successi ottenuti…”Beh, non diciamo eresie, re è una parola grossa, però siamo molto contenti di quello che facciamo negli USA; ottime relazioni coi piloti e organizzatori, abbiamo dei programmi sempre più impegnativi. E’ una bella esperienza, una crescita molto importante per noi, gli USA sono un mondo tecnologicamente e automobilisticamente parlando molto importante. Diciamo che là abbiamo l’antenna tecnologica, tenere il piede in due scarpe è utile per la nostra azienda, con la quale avviene uno scambio continuo di conoscenze ed esperienze che fanno sentire chi lavora sulle due sponde dell’Oceano tutti parte della stessa squadra”.
#Indianapolis #Dallara #Alonso #RMCMotori #PaoloCiccarone
Condividi su:
Senza categoria