RENAULT GRAND SCENIC Col motore 1.7 Dci guadagna in guidabilità

Ogni tanto si torna all’antico, ovvero si ricomincia a fare la professione come una volta. Ovvero, invece che aerei a disposizione in ogni dove, dal low cost al superjet privato, ci si sposta in auto da un Gran Premio all’altro, proprio come si faceva nei tempi andati. Perché ogni viaggio era una avventura in cui scoprire nuovi posti, ristoranti sconosciuti, prelibatezze e angoli di paradiso. Oggi è tutto codificato, manca la fantasia e quindi visto che fra GP Francia e Austria di mezzo c’era la Pianura Padana con l’arco alpino da attraversare, quale occasione migliore per partire alla scoperta del (poco) che c’è rimasto di segreto? L’occasione giusta per provare l’ultima nata Renault, la Grand Scenic col nuovo motore 1.7 Dci da 150 cavalli. L’avventura parte un giovedì mattina di buon ora.

 

DA MILANO A MENTONE CON SOSTA PER IL PESCE

 

 

 

Destinazione il confine di stato. Caricare i bagagli, computer e tutto il resto su Grand Scenic è facile, lo spazio abbonda e nella versione Initial Paris, pure il lusso. Rifiniture bellissime, imbottiture stupende, qualità al tatto incredibile. Viene quasi da vergognarsi nel caricare il materiale per non sporcarla. Ma se test deve essere, che test sia. Sotto tutti i punti di vista. Ebbene, si parte da Milano destinazione Mentone. Il traffico della tangenziale viene aggirato prendendo la bretella della A58, la Tangenziale esterna, si passa da Melegnano e si attraversa il tratto di statale che porta a Binasco e quindi la A7 destinazione Genova. Il colpaccio funziona, fra il poco traffico della TEEM (con quello che costa il pedaggio, quasi una rapina, si capisce benissimo il perché…) e l’innesto sulla A7 siamo in anticipo sulla tabella di marcia. Si arriva a Mentone in un lampo e vista l’ora, sosta alla Piazzetta per pranzetto a base di pesce.

 

 

Si trova il parcheggio sotterraneo, angusto e tortuoso ma nonostante le dimensioni, Grand Scenic ha abbastanza sterzo da permetterci di entrare e uscire senza grossi patemi. Certo, gli spazi riservati alle auto sono angusti, sarebbe il caso di aumentarne le dimensioni visto che la Grand Scenic ci entra nel varco, poi il problema è che dobbiamo scendere noi…e non è che siamo filiformi però ci si riesce. Si riparte con tutta la serie di pedaggi da pagare in Francia, ridicoli e spesso coi caselli vicini uno all’altro che non si capisce il perché. Siamo a casa loro, Renault ha le mappe aggiornate del navigatore, per cui anche lì sembra di essere a casa. Finalmente si arriva a Tolone nel tardo pomeriggio e qui ci becchiamo tutta la coda che abbiamo saltato a Milano.

 

 

 

Un groviglio di auto in fila, spazi ridotti e il nostro albergo (vabbè, diciamo il pollaio del paese rimesso in sesto per noi…) che beffardo ci sorride al centro di uno svincolo autostradale con innesti di strada statale. Troviamo il posto dopo un giro assurdo, anche qui vicoletti, tagli da fare e parcheggi risicati. Il computer di bordo, con questa mazzata di coda, segna 6,8 litri per 100 km, ovvero poco oltre i 14 km al litro. Non male ma nemmeno bene. Stanchi e avviliti, si cerca ristorantino per la cena, e visto che tornando dal Paul Ricard abbiamo Bandol a portata di mano, niente di meglio che fermarsi sul posto. Ristorante tres chic, prezzi tres alt, qualitè… vabbè diciamo che sullo stomaco abbiamo ancora qualcosa da smaltire. Il giorno dopo si sale verso il circuito. Il piano viabile sembra funzionare, infatti non c’è nessuno, ma scopriamo che è perché la gente è rimasta a casa non perché funzioni al meglio il piano.

 

CHE GODURIA I SALI SCENDI DEL PAUL RICARD!

 

Ne approfittiamo per goderci il sali scendi con tante curve in pendenza che portano al circuito. Grand Scenic non è proprio agile come una ballerina, però va bene, il motore ha coppia e non serve stare lì a lavorare di cambio. Infatti la marcia giusta la tiene in un bel regime di rotazione e con la coppia del 1.7 Dci non serve scalare, si avanza e basta. Ottimo direi. Intanto comincia a sentirsi un rumoretto di fondo. Abbiamo preso in uso la vettura con 4586 km e ne abbiamo percorsi circa 700. Quindi tutto nuovo ancora. Nelle manovre di carico e scarico materiale, si fa sentire, specie la sera, la mancanza del portellone elettrico, visto che quello attuale è manuale e pesa pure…Merito della qualità costruttiva senza dubbio, ma il sistema sarebbe stato utile averlo.

 

DOMENICA CON SORPRESA E GOMMA FORATA

 

I giorni del GP passano sereni, fino a quando si torna a casa la domenica sera. Troviamo una gomma a terra. Spalla tagliata. Poco da fare, serve sostituirla. E qui sarebbe il caso aprire una parentesi per i progettisti che si vede non hanno mai cambiato una gomma in vita loro. Il problema? Si cerca la sacca con gli attrezzi (facile, è lì in bella vista nel cofano). Poi si deve alzare il pianale. E fin qui tutto facile. Poi si deve smontare l’amplificatore Bose, e qui diventa meno facile anche se ci sono gli avvitatori a vista. Una volta tolto l’amplificatore, rimosso il pannello principale, va rimosso il secondo pannello, facendo forza e togliendo anche la paratia che separa il portellone dal vano del cofano. Poi si deve prendere una chiave dalla sacca, cercare un tassello di gomma da rimuovere e infine infilare la chiave a brucola, far scorrere il verricello e far scendere la ruotina di scorta  dal suo alloggiamento. Poi si deve inserire il crick, ma gli appigli sono pochi e sotto al pianale, visto le rifiniture in plastica che col crick rischiano di rompersi se lo si appoggia male. Togliere la ruota forata e rimettere il ruotino è un attimo, roba da F.1 per i tempi necessari. E’ tutto il resto che non va bene. Se ci fossero stati più bagagli si doveva scaricare la vettura, se invece si occupavano i 7 posti disponibili, c’era da abbatterli e rifare l’operazione. Insomma, e questo vale per tutti i progettisti (non solo Renault, ma ripetiamo tutti!) nel caso di sostituzione di una gomma, sarebbe meglio avere sistemi più semplici.

 

IL RIENTRO LENTO, MA A 27 KM AL LITRO!

 

 

Rientriamo a casa lentamente, col ruotino, e ci facciamo 580 km di notte. Una noia mortale però con un grosso vantaggio: dai 14 km al litro siamo oltre i 27 km al litro e con 60 euro di gasolio arriviamo a casa e ne avanza ancora! Sostituzione della gomma e qui nasce un problema: le misure sono particolari. Il cerchio da 20 pollici per un 195 di rotolamento e battistrada stretto non sono proprio da tutti e quindi bisogna ordinarla. Per fortuna la troviamo facilmente (in quella misura le fanno solo Pirelli e Michelin) e una volta sostituita (175 euro l’una, ovvero 700 euro tutte e 4 nel caso vogliate mettere a bilancio l’operazione…) si riparte destinazione Austria. Stavolta la via è tutta di pianura e i consumi sono sull’ordine dei 6,4 litri per 100 km ovvero 15,6 km al litro. Il rumore di fondo comincia a salire, ricontrolliamo la pressione e l’allineamento delle ruote, va tutto ok. Il viaggio in Austria scorre sereno, divertente e in pieno confort. Invece del ristorantino francese col pescetto a Mentone, troviamo un autogrill in autostrada poco prima del confine.

 

IN AUSTRIA COL MAL DI PANCIA

 

 

Arrosto e patate, 7,80 euro. Poco. Peccato che appena varcato il confine scarichiamo il prodotto di cotanta abilità culinaria alla prima stazione di servizio locale… Vabbè, meglio far finta di niente. In Austria fra autostrade e statali il ritmo di marcia rallenta, così anche i consumi. Ora il motore lo sentiamo distintamente in salita, magari un poco brusco, il cambio ha quel piccolo gioco fra un innesto e l’altro che non è male ma che lascia perplesso chi usa altri modelli tutti i giorni. I rapporti sono giusti, le marce entrano bene, il leveraggio è preciso, ma quel piccolo gioco lascia così e così il nostro navigatore che la sera rientra al suo hotel in alta collina mentre noi arriviamo nel nostro bed and breakfast. Giorno dopo giorno però il rumoretto aumenta e dopo i 7000 km scopriamo cosa è: le Michelin tendono a tassellare sull’esterno e quindi aumenta la rumorosità, quindi a finestrino aperto si sente il fastidioso rumore di sbattimento del battistrada a terra e quando lo si chiede si sente come un rumore sordo.

 

LE GOMME MICHELIN “TASSELLANO” E DIVENTANO RUMOROSE

 

Dopo 8000 km il rumore tende a stabilizzarsi ma la sensazione di avere un cuscinetto andato è molto forte. Non sappiamo se dopo le gomme si stabilizzano oppure se la rumorosità resta o aumenta. E non avendo provato la vettura con le Pirelli non possiamo nemmeno fare un confronto. Strano perché di solito Michelin ha prodotti di alto livello (lo Sport Pilot ad esempio o il cross climate o alpine5 invernale non hanno questo problema nonostante battistrada  e tassello grosso). Probabile che la misura anomala e il compromesso per gommare Grand Scenic abbiano portato a un prodotto sicuramente migliorabile. Fra le cose da migliorare l’ampio cassetto porta oggetti che quando si apre, finisce regolarmente nelle ginocchia del passeggero…E poi i fruscii degli specchietti, avvertibili anche a bassa velocità.

 

DOPO 4000 KM DI TEST CONSUMI SUI 16 KM AL LITRO

 

Finito il viaggio, con oltre 4000 km di test, i consumi finali sono stati dell’ordine di 6,2 litri per 100 km, ovvero oltre 16 km al litro. Il confort di marcia è di altissimo livello, così come la dotazione di bordo, la comodità dei sedili e le regolazioni per non parlare del sistema intrattenimento. Ottime le mappe del navigatore, nessun buco nelle cartine disponibili. Sui consumi influisce l’aerodinamica, perché la sezione frontale di Grand Scenic è abbondante. Ad esempio con lo stesso motore su Nissan Qashqai abbiamo percorso 18 km con un litro di gasolio (motore Euro 6 Dtemp). L’allestimento della nostra Initial Paris, tutto compreso, costava 40500 euro anche se la gamma parte da 25650 per la 120 cv e 29500 per la 150 cv. Come dire che in mezzo c’è tutta una serie di Scenic da soddisfare i grandi viaggiatori, con spazio, qualità e confort. Se appartenete a questa categoria, allora Grand Scenic è il tocco in più per i grandi viaggi e le famiglie numerose.

 

I PREZZI DELLA GAMMA E GLI ALLESTIMENTI

 

La Renault Grand Scénic parte da 27.150 euro: per la variante più potente servono 1.350 euro in più. Di serie per tutte ci sono le ruote di ben 20” di diametro ma larghe appena 195 mm (sviluppate  apposta per questo modello, per migliorare l’estetica senza peggiorare comfort e consumi), il “clima” manuale, lo schermo a sfioramento nella plancia di 4,2”, il regolatore di velocità, la frenata d’emergenza con anche la funzione di riconoscimento dei pedoni e i sensori di distanza posteriori. La Initiale Paris della prova è la più ricca: ha rivestimenti in pelle, l’impianto stereo della Bose, il cruise control adattativo (curiosamente solo in abbinamento con questo motore), il monitoraggio dell’angolo cieco degli specchietti, i fari full led, la telecamera di retromarcia (utile a causa della scarsa visibilità dal lunotto) e l’head up display, che riproduce alcune informazioni essenziali come velocità e indicazioni del gps su un pannello trasparente vicino alla base del parabrezza. Curiosamente, il portellone motorizzato non è disponibile neppure a pagamento.

 

UN MOTORE TUTTO NUOVO CHE NON FA RIMPIANGERE I VECCHI DIESEL

 

Il diesel a quattro cilindri 1.7 Blue Dci è un motore del tutto nuovo, e va sostituire sia il 1.5 sia il 1.6. Sviluppato dalla casa francese e prodotto nella fabbrica di Valladolid, in Spagna, il 1.7 Blue Dci è offerto con 120 CV e 300 Nm di coppia motrice, o 150 CV e 340 Nm. È abbinato a un preciso cambio manuale a sei marce; optional il robotizzato a doppia frizione EDC a 7 rapporti (1.800 euro). Il 1.7 Blue Dci sarà disponibile dai prossimi mesi su altre vetture della casa francese, incluse la Mégane e la Kadjar, dove sostituirà il 1.6 Dci

 

 

 

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