F.1 Gp Austria, emozione Ferrari ma che tifo Orange per Verstappen. Esempio da imitare per tutti

di Giuseppe Magni
La tribuna dedicata a Verstappen coi tifosi che cantano We Will Rock You e applaudono Max. Da brividi!
Non è la prima volta che assisto dal vivo ad una pole position conquistata dalla Ferrari. È capitato alcune altre volte, fortunatamente, in passato. Dovrei averci fatto il callo, dopo l’era Schumacher. Dovrei essere abituato a queste emozioni. Adesso,poi, che sto vivendo la Formula Uno dall’altra parte della barricata, dove lavorano seri professionisti, tecnici, ingegneri, meccanici, addetti alla pubbliche relazioni, giornalisti, fotografi, dovrei essere ancora più compassato e vivere una soddisfazione composta, controllata… Magari, se fossi rimasto in sala stampa, sarebbe stato così. Invece ho voluto andare a vedere FP3 e Qualifiche in tribuna, con Daniele e Marco e Fede, con la loro meravigliosa famiglia. Al caldo. Stranamente caldo, rispetto a questa mattina. Ho il sospetto che sia il calore dei tifosi orange, calati compatti dall’Olanda per stare vicini al loro leoncino, Max Verstappen. Una tifoseria strepitosa, rumorosa, perfino commovente nel fedele attaccamento al suo pilota. Chissà come sarebbe bello avere una tifoseria simile anche per il nostro Antonio Giovinazzi. Quando c’è da sostenere una squadra o un campione, non ci sono olandesi che tengano: siamo i migliori. E Antonio si meriterebbe di certo una torcida che lo sostenga in ogni dove…
Anche gli olandesi però, non scherzano: carburati al punto giusto, cantano e ballano da un po’, da molto prima che parta Q1. “We will rock you” sembra essere il cavallo di battaglia, poi via con la hola e con i fumogeni arancioni, creando una atmosfera da stadio, quello buono, quello che fa spettacolo. Parte Q1, ad ogni passaggio la tribuna orange acclama il proprio beniamino. Poi scopro che loro sono in maggioranza anche sulla tribuna dove stiamo noi, all’esterno, poco dopo la prima curva. Immaginatevi l’ovazione dopo che Max strappa il miglior tempo di Q1.
Oggi sembra davvero il giorno di “unleash the lion”, come recita lo striscione più grande della tribuna orange, quella piazzata proprio davanti al Toro Red Bull, il simbolo del circuito. Anche il tifo è scatenato, ancor più del leone in pista, che, poco dopo la prima curva e anche nei pressi della sua tribuna dalla parte interna, sembra rallentare, quasi fermarsi, per godere l’incitamento dei suoi meravigliosi connazionali.Tra un applauso, un’altra birra e un fumogeno, parte Q2. Sono tutti con le gomme gialle, tranne le Ferrari. Che, infatti, strappano i primi due crono della sessione. Applausi. Sì. Applausi anche per loro. Da tutti. La Ferrari la amano anche gli olandesi. E gli austriaci e i tedeschi. Come e forse anche più di quanto la amiamo noi, che la seguiamo, fedelmente, eternamente innamorati. Bella forza, fare i primi due tempi con le rosse è fin troppo facile. Tanto più che, già da ieri, le astronavi argento non sembravano aver preso terra, da quando sono volate via allo spegnimento dei semafori in Provenza, nel gran premio di Francia di settimana scorsa. Qui nella Stiria, la musica sembrava diversa già ieri. Non che fossero chissà dove, Hamilton e Bottas, però senza quella baldanza quasi annichilente che avevano assunto nelle ultime gare. Ci sono qui anche tanti tifosi Mercedes, compreso Alessandro, venuto qui dall’Italia per spingere le sue Silber Pfeil.
Eccoci a Q3. Adesso si devono davvero scoprire le carte. Chi ne ha, deve calare tutti gli assi che ha in mano. O nella manica. Il primo colpo al cuore ce lo provoca il box Ferrari, lato Vettel, fermo con tanta gente che armeggia intorno alla sua macchina. Che sfortuna, Seb! Partono tutti, primo tentativo. La Rossa numero 16 di tale Carletto Leclerc, davanti a tutti. Fino a lì non volevo davvero crederci. Troppe le disillusioni, quest’anno. Troppe le speranze infrante e le notti insonni passate a sognare inutilmente, per poter ancora essere pienamente fiduciosi. Ero venuto qui un po’ rassegnato, in effetti. Poi alcuni tecnici, addetti ai lavori, mi avevano fatto balenare l’idea che forse forse… E adesso, dopo il primo tentativo di Q3, la Rossa è in testa. Ho un groppo in gola pazzesco…
Partono per l’ultimo tentativo. Non Sebastian che, mesto, scende dalla Rossa numero 5. Dando lo stesso 5 a tutti i suoi. Da grande campione. Il groppo in gola aumenta. Il campione tedesco non si merita davvero questa ennesima sfortuna. Intanto, i magnifici nove rimasti, hanno terminato il giro di lancio, non senza problemi. La scarsa lunghezza del tracciato lì aveva ammassati tuti in un fazzoletto e hanno dovuto mantenere sangue freddo e concentrazione massima per crearsi ognuno la spazio giusto per poter effettuare il proprio tentativo senza essere disturbati da quello davanti. Partono le Mercedes e Verstappen. Primi settori verdi per tutti. Significa che nessuno ha migliorato il tempo di Carletto ottenuto precedentemente. Il battito cardiaco si alza a dismisura, il fiato si ferma tra il diaframma e la bocca dello stomaco. Secondo settore, ancora tutti col verde. “È fatta!” Grido. Tagliano il traguardo, nessuno migliora. Arriva la Rossa numero 16 ed è 1’03”003, miglior tempo! Pole position! Applausi scroscianti da parte degli orange, urla di gioia da parte nostra, esultanza in tutto l’autodromo. La Rossa la amano davvero tutti. È bello, stupendo che sia qui anche io, in mezzo a tanta gente felice, a godermi questo momento così magico, così inaspettato.
Abbraccio velocemente Marco e scappo. Non ce la faccio più a trattenermi. Mi getto nel bosco. E lì dò sfogo ad una commozione irrefrenabile, potente, stordente, meravigliosa. Mi sembra di essere in una di quelle notti dove non dormivo. Non dormivo e sognavo. Momenti come questi. Felicità profonda, incontenibile, completa. Dopo tanti anni, ancora la stessa, intatta, anche oggi mi sento in alto nel cielo. Certo, qualcuno che si meritava anche più di me di essere qua è rimasto a casa. Ma credo che anche da lì se la sia potuta godere, questa gioia così bella… La notte, l’avventura non è ancora finita. C’è ancora spazio per sognare, c’è ancora spazio per gioire… Ah, quanto è bello questo sport meraviglioso!…
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